
Tra tabloid inglesi che si lanciano in titoli degni della peggiore specie pur di attirare visite ai loro siti (“Wenger caccia Henry dall’Arsenal!”) e il diretto protagonista che adopera giri di parole molto subdoli per condividere il proprio punto di vista, è difficile capire come sia veramente andata la faccenda che ha portato Thierry Henry a diventare l’allenatore della U18 dell’Arsenal per qualche ora e lasciare improvvisamente il Club per tornare a Sky Sports.
Il nocciolo della vicenda è proprio questo: è stato Arsène Wenger a cacciare Thierry Henry oppure è stato l’attaccante francese a rinunciare all’incarico?
Le prime notizie parlavano di Arsène Wenger geloso della figura di Thierry Henry, impaurito che quest’ultimo potesse in qualche modo fargli ombra; a cavalcare l’onda ci si sono messi tanti giornalisti, che non hanno esitato a tirare fuori dai cassetti tutti gli esempi di ex Gunners che non hanno trovato posto nello staff tecnico di Arsène Wenger: peccato che al fianco di Patrick Vieira e Mikel Arteta, entrambi già lanciati nel mondo degli allenatori (o potenziali tali), ci fossero anche elementi come Martin Keown e Robert Pirès, che di fare i manager non sembrano avere nessuna voglia.
Viva la serietà e la deontologia!
Col passare del tempo, il quadro della situazione si è fatto più chiaro e il tutto ha preso una piega molto più ragionevole e comprensibile.
Arsène Wenger ha offerto a Thierry Henry l’opportunità di guidare la squadra degli U18, per aiutare il suo pupillo ad ottenere la licenza UEFA di categoria A per allenatori; l’unica condizione imposta dal manager alsaziano a Thierry Henry era quella di abbandonare il ruolo di commentatore a Sky Sports, per due ragioni piuttosto ovvie:
1. Fare l’allenatore all’Arsenal è un lavoro a tempo pieno e non prevede deroghe per la televisione
2. È impossibile allenare l’Arsenal e al contempo criticarlo apertamente in diretta tv
Incassato il no da parte dell’attaccante, reticente a lasciare il proprio ruolo di commentatore sportivo, alle parti non è rimasta altra scelta che prendere strade diverse.
Le cose sarebbero dovute andare diversamente ma evidentemente Thierry Henry e Arsène Wenger non condividono la stessa visione del ruolo di allenatore – che sia in prima squadra o nel settore giovanile; non spetta a me dire se l’alsaziano è stato troppo rigido o se l’attaccante non reputi il nuovo ruolo abbastanza prestigioso per lasciare da parte tutto il resto, fatto sta che Arsène Wenger, Thierry Henry e l’Arsenal escono male dalla vicenda – ed è un peccato.
A peggiorare le cose sono arrivate le parole dello stesso Thierry Henry, via social media, che aggiungono veleno ad una vicenda già abbastanza tossica:
“Vorrei ringraziare Andries Jonker per avermi offerto la possibilità di allenare la squadra U18 dell’Arsenal, offerta che sono stato onorato di accettare. Ciò detto, rispetto la decisione di Arsène Wenger e voglio augurare all’allenatore Kwame Ampadu, ai ragazzi e a tutto il Club il meglio per il futuro”
Unica nota lieta della storia, il ritorno di Tony Adams all’Arsenal: sarà infatti lui a prendere il posto lasciato libero da Thierry Henry e aiutare tanti giovani promesse a ripercorrere le orme di Mr. Arsenal.
Almeno il lieto fine l’abbiamo ottenuto…