Sokratis, Nacho Monreal, Shkodran Mustafi, Rob Holding, Calum Chambers, Dinos Mavropanos.
Meglio rassegnarsi, ci sono ottime possibilità che il nostro reparto di centrali difensivi sarà questo.
Con Laurent Koscielny destinato ad andarsene in malo modo, ci ritroviamo aggrappati a Sokratis come unico centrale difensivo dal rendimento accettabile e speriamo nel pieno e veloce recupero di Rob Holding per non sorbirci quaranta e passa partite con Shkodran Mustafi titolare.
Il futuro si chiama William Saliba, per il quale manca solo l’ufficialità, anche se dovremo aspettare l’estate prossima per vederlo all’opera; che piaccia o meno il fatto di parcheggiare in prestito un acquisto da trenta milioni, il ragazzo ha appena compiuto 18 anni e ha accumulato solo 19 presenze da professionista – mandarlo in campo ora, con i compagni di reparto che si ritroverebbe, equivarrebbe a bruciarlo immediatamente.
Salvo opportunità di mercato dell’ultim’ora, quindi, Unai Emery dovrà fare con quel che passa il convento – e non è che siano prodotti di primissima qualità.
Prima di analizzare come questo gruppo di difensori diversamente talentuosi possa improvvisamente costruire una muraglia davanti a Bernd Leno, apro una parentesi su Laurent Koscielny: da più parti ho letto di come il francese “non sia uno da comportamenti del genere” e di quanto “non sia da Arsenal” rilasciare il comunicato stampa apparso dopo il rifiuto di Laurent Koscielny di partire per la tournée negli Stati Uniti.
Se permettete, questo eccessivo livello di comprensione mi dà sui nervi.
Laurent Koscielny è senz’altro stato un ottimo elemento nei nove anni passati all’Arsenal e non si è mai tirato indietro, dando tutto quel che poteva dare per la maglia, ma un ammutinamento come il suo non ha scusanti. Non esistono giustificazioni per arrivare a tanto e ancor meno quando si indossa la fascia da capitano, poco importa quando possa essere profonda la frattura col Club.
Il rinnovo firmato fino al 2020 non ha nessun asterisco e il Club non deve proprio nulla al signor Koscielny, se non lo stipendio sul quale le due parti si sono accordate; se Laurent Koscielny vuol andare al Rennes o chissà quale altro Club francese, che il suo agente faccia in modo di recapitare un’offerta congrua sul tavolo e sono certo che un accordo si troverà.
Con la sua piazzata da soap opera sudamericana, Laurent Koscielny si è giocato tutto il rispetto guadagnato negli anni e il Club ha fatto più che bene a rendere pubblica la situazione e chiarire immediatamente come stanno le cose – senza aspettare i primi brusii da corridoio.
Parentesi chiusa, torniamo ai difensori a disposizione.
Come detto, il più affidabile al momento è Sokratis e il piano per la stagione sembra essere quello di affiancargli Rob Holding, una volta che questo sarà completamente ristabilito dall’infortunio al ginocchio; nella speranza che il recupero sia completo e relativamente veloce, non è impossibile che già per fine ottobre potremo vedere i due insieme in maniera regolare.
Sempre che il piano non subisca improvvisi rallentamenti, dovremmo quindi rassegnarci a vedere Shkodran Mustafi titolare per un paio di mesi – periodo sempre troppo lungo ma tutto sommato accettabile o per lo meno non troppo dannoso se prendiamo in conto l’intera stagione.
Le alternative si chiamano Nacho Monreal, Dinos Mavropanos e Calum Chambers, sempre che quest’ultimo non venga ceduto per fare cassa; lo spagnolo, ormai troppo avanti con gli anni per fare il terzino, sarà un centrale mancino d’emergenza, mentre il giovane greco proverà a restare integro e magari acquisire esperienza e malizia.
L’inglese, invece, potrebbe essere una sorpresa dopo la buona stagione al Fulham e approfittare di questo momento di vacche decisamente magre per costruirsi una carriera all’Emirates Stadium – anche se le possibilità sono scarse.
Come vedete, la situazione non è delle migliori e non mi aspetto certo che uno di questi difensori diventi improvvisamente un baluardo insuperabile – quindi i miglioramenti difensivi devono avvenire in maniera collettiva.
Il principale tallone d’Achille della scorsa stagione è stato il numero di tiri in porta concessi agli avversari, in media 13 a partita (!) contro i 6 del Manchester City, 8 del Liverpool e 9 del Chelsea, problema che dev’essere risolto con una migliore coordinazione del pressing sugli avversari; altro grosso problema l’anno scorso sono stati i rigori concessi (7, contro 1 del Liverpool e 2 del Chelsea), indice di una linea difensiva troppo spesso sotto pressione anche perché il pallone è troppo spesso tra i piedi degli avversari (43% rispetto ai 39% di Liverpool e Chelsea).
La ricetta di Unai Emery deve quindi prevedere più disciplina tattica, maggior coesione tra i reparti e un possesso palla finalmente degno di un Club come il nostro; niente di trascendentale né impossibile da raggiungere, se il tecnico spagnolo saprà finalmente imporre le sue idee.
Un centrocampo meglio organizzato in fase difensiva e più affidabile in fase di possesso palla potrebbe essere la chiave per far sembrare la nostra difesa un reparto quasi presentabile e soprattutto fare tutta la differenza tra una stagione di successo e una di rimpianti, come quella passata.