A dispetto delle previsioni di qualche settimana fa, la stagione è iniziata con una vittoria in trasferta e la porta inviolata – due eventi eccezionali se pensiamo alla fatica che abbiamo fatto l’anno scorso – il tutto accompagnato dalla presenza contemporanea in campo di Ainsley Maitland-Niles, Joe Willock e Reiss Nelson, tre prodotti del vivaio.
Niente di trascendentale o indimenticabile ma un inizio di stagione solido che mi fa ben sperare per il seguito.


Sebbene la prestazione collettiva non sia stata scintillante, qualche singolo si è messo in mostra e di questi Joe Willock è quello che più di tutti ha fatto parlare di sé: schierato in posizione da trequartista, il giovane inglese non ha mostrato nessun timore reverenziale e ha fatto la sua proverbiale “porca figura”, assecondato da Granit Xhaka e Mattéo Guendouzi in posizione più arretrata.

Con il Newcastle schierato con tre centrali di difesa e tre centrocampisti ad affollare la propria trequarti difensiva, Joe Willock non ha potuto influire più di tanto sulla partita e ha fatto registrare appena 19 passaggi in oltre un’ora di gioco – meno di Bernd Leno! – e non ha mandato a referto né un passaggio chiave, né un passaggio filtrante.
Come si può vedere dall’immagine qui sotto, la nostra manovra è transitata su una fascia o sull’altra ma quasi mai da una fascia all’altra, il che ci ha resi piuttosto prevedibili; né Joe Willock, né i suoi compagni di reparto, hanno saputo fare da tramite tra un lato e l’altro del campo e spostare così il blocco difensivo dei padroni di casa in orizzontale, liberando spazi all’altra estremità del campo.
Il problema più grosso, tuttavia, è che alla mancanza di movimento in orizzontale si è aggiunta una certa staticità verticale, con Granit Xhaka e Mattéo Guendouzi troppo poco audaci nel movimento senza palla;se dallo svizzero non mi aspetto chissà quali inserimenti in profondità, il francese avrebbe la falcata giusta per arrivare sulla trequarti “alla Ramsey” e destabilizzare la linea mediana avversaria ma sembra preferire il ruolo di regista arretrato – almeno in questa fase della carriera.
Senza un incursore vero, capace di trovare gli spazi e i tempi giusti tra le linee, la nostra manovra risulta inevitabilmente prevedibile e dobbiamo affidarci esclusivamente all’inventiva del singolo per sfondare.
La domanda che mi faccio è la seguente: abbiamo questo tipo di giocatore, in rosa?
Per fortuna la risposta è sì e quel giocatore si chiama Dani Ceballos.
Lo spagnolo sembra essere l’unico con le caratteristiche giuste per partire da una posizione più arretrata e avanzare – con o senza palla – verso la zona rossa per creare scompiglio e soprattutto occasioni da gol; a differenza dei centrocampisti già citati o di Lucas Torreira, lo spagnolo ha una vocazione decisamente più offensiva e una maniera di giocare molto più rischiosa – esattamente come Aaron Ramsey.
Ho la netta sensazione che Dani Ceballos smuoverà – forse in maniera permanente – lo scacchiere di Unai Emery e trasformerà il 4-2-3-1 visto domenica in un 4-1-4-1 nel quale lui e potenzialmente anche Mesut Özil avranno il compito di ricevere palla dal centrocampista più arretrato e imbastire la manovra offensiva, togliendo punti di riferimento al centrocampo avversario – soprattutto in partite durante le quali l’avversario decide di schierarsi in maniera prevalentemente difensiva.
Ci vorranno ancora alcune settimane affinché lo spagnolo sia pronto a reggere i ritmi della Premier League ma, una volta integratosi, il nome di Dani Ceballos diventerà uno dei primi sulla lista di Unai Emery – anche grazie alla sua versatilità: che sia da mezz’ala in un 4-3-3, in coppia con Mesut Özil o Joe Willock, da trequartista con alle spalle due centrocampisti più difensivi nel 4-2-3-1 o da regista puro in un’edizione più offensiva dello schieramento proposto a casa del Newcastle, l’ex centrocampista del Betis sarà fondamentale per le sorti della nostra stagione – molto più di quanto avessi immaginato prima del debutto stagionale.
Già in occasione della partita di sabato contro il Burnley potremmo avere qualche indizio in più.

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