The iN5ider / La Sfida Finale

Quello che sta accadendo all’Arsenal tra l’allenatore Unai Emery ed uno dei giocatori più forti della rosa, nonché il più pagato, Mesut Özil, sta assumendo contorni inquietanti che non lasciano spazio a tante interpretazioni. I due non si piacciono, non si sono mai piaciuti, ma quando hanno trovato un punto d’incontro a metà strada si è ottenuto solo il bene di una squadra che avrebbe – e molto probabilmente ha – il disperato bisogno di alzare il tasso qualitativo del gioco offensivo, spesso statico e confusionario, sorretto dal solo Pierre-Emerick Aubameyang.

Quando chiamato in causa, Özil ha dato prova di essere in grado di calarsi nel gioco (esiste?) del coach spagnolo, sacrificandosi anche nelle fasi senza palla o nella transizione difensiva, cose non usuali per un numero dieci, specialmente per uno come l’ex Schalke, Werder e Real Madrid.

A quanto pare però la pace forzata è durata poco.

Emery spesso propende per giocatori più da copertura, capaci di schiacciarsi nella propria metà campo, riconquistare il pallone e ripartire velocemente in contropiede, caratteristiche lontane dalla sfera calcistica di Özil che ama toccare il pallone tante volte, riceverlo sui piedi, alzare la testa e costruire una trama fitta di passaggi. La stagione scorsa, in un piccolo momento di crisi, l’Arsenal offrì sprazzi di gioco spettacolare proprio quando il turco-tedesco venne chiamato in causa. Emblematico il match con il Leicester: è ancora negli occhi di tutti il goal di Aubameyang, contornato da un tacco di prima e l’assist finale proprio del numero 10 dei Gunners. Quello è e resterà il punto più alto della carriera di Özil sotto Emery, perché da quella notte le cose sono peggiorate settimana dopo settimana.

Pare che nella disastrosa notte di Baku, dopo mesi passati a vedere poco il campo nelle partite in trasferta e continuamente punzecchiato in conferenza stampa, Özil abbia sbottato contro l’ allenatore dopo la sostituzione, sancendo la definitiva rottura ed una sicura cessione che sembra non sia avvenuta per volontà di Mesut, deciso a restare e giocarsi il posto.
Purtroppo però il bottino continua a restare magro. Dopo le tre partite trascorse a casa per colpa della vicenda della rapina che ha visto Özil coinvolto insieme a Kolašinac, il tedesco ha visto il campo solo due volte: 90 minuti in panchina col Tottenham (l’Arsenal ha terminato il match con due sostituzioni effettuate), debutto a Watford terminato con la sostituzione al 70esimo (le Hornets avrebbero pareggiato da lì a poco), non convocato per la trasferta di Francoforte, 70 minuti in coppa contro il Nottingham Forest (con Mesut palesemente nervoso al momento del cambio), 90 minuti in panchina contro l’ Aston Villa, non convocato per la trasferta di Old Trafford e non convocato l’altro ieri per la sfida contro i belgi dello Standard.

Fanno però più male le dichiarazioni nel post partita.

Dire che Özil non meriti di giocare perché altri ventitré fanno meglio è una cattiveria gratuita. Personalmente credo che l’allenatore dell’ Arsenal, di cui riconosco i meriti nella gestione dei giocatori giovani, abbia poca personalità quando si tratti di “trattare” con i campioni. Ho il sospetto che soffra la popolarità di Özil, soffra il talento, l’essere sfacciato, irritante, accentratore, terribilmente elegante. Quel che sta accadendo è il riflesso incondizionato di un sentimento di inferiorità che l’ex allenatore di PSG e Siviglia prova nei confronti del suo numero 10. Quel che accade oggi a London Colney è esattamente quel che è accaduto anche a Parigi coi tanti campioni dello spogliatoio parigino. Per motivazioni pressoché simili naufragò presto il rapporto tra Emery ed Hatem Ben Arfa, punzecchiato per via dello stile di gioco troppo accentratore e la personalità spigolosa. Un giocatore reduce da 18 reti e 7 assist con la maglia del Nizza, con offerte da tutta Europa, venne confinato tra panchina, tribuna e fuori dalla lista Champions. Periodo tra l’altro celebrato polemicamente con un post su Instagram dell’ex Newcastle ed una denuncia per mobbing alla federcalcio francese.

Come non ricordare inoltre i problemi con Verratti scontento di giocare in un ruolo non adatto a lui (mi ricorda molto quel che sta accadendo oggi a Torreira), con Thiago Silva privato della fascia di capitano “spero che Emery resti, ma se pensassi il contrario non ve lo direi” o con Neymar, reo di essere una presenza troppo ingombrante nello spogliatoio.
Quel che succederà con Özil in futuro non lo sa nessuno, gennaio però è vicino e i rumors di un definitivo addio stanno montando giorno dopo giorno.

Chi la spunterà, quale sarà la prima testa a cadere?

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