Mikel Arteta è il nuovo allenatore dell\’Arsenal.
Dopo un tira e molla durato un anno e mezzo, il basco torna all\’Emirates Stadium e inizia così la sua carriera da allenatore, dopo l\’apprendistato sotto l\’ala protettrice di Pep Guardiola.
Una scelta coraggiosa, arrivata in un momento particolarmente difficile, che rende la nomina di Mikel Arteta un argomento scottante: un azzardo o un\’ottima intuizione?
In un mio pezzo di qualche settimana fa, ho raccontato di come vorrei un allenatore in grado d\’ispirare sia i giocatori che i tifosi, un federatore; un innovatore che possa rendere l\’Arsenal un Club di nuovo appetibile, dopo il declino degli ultimi anni; un trascinatore che riporti un senso di orgoglio e appartenenza, sentimenti ora lontani.
Mikel Arteta può essere tutto questo? Difficile a dirsi ed è per questo che ho preferito chiederlo alla redazione – vediamo che ne pensa Massimiliano:
Perché Mikel Arteta sarà un successo?
Ho sempre ammirato Mikel Arteta, come uomo, come calciatore e negli ultimi anni come coach. L’ex capitano e ora allenatore, rappresenta ai miei occhi la concezione di calcio ispanico-olandese con la quale sono cresciuto.
Un calcio ragionato, dove nulla viene lasciato al caso, un connubio di tattica e tecnica, moderno, di lavoro sul campo, progressivo, propositivo.
Per Arteta parla la storia. Si è formato calcisticamente ne La Masia di Barcellona, ha girato Francia, Scozia e Inghilterra prima di prendere le redini di un centrocampo di un grande Club come l’Arsenal. Ritiratosi, ha scelto la gavetta, di andare ad imparare da uno dei migliori allenatore in circolazione, forse nella top five di tutti i tempi.
Al Manchester City non ha avuto un ruolo marginale ma attivo nella crescita e nel miglioramento dei giocatori. A lui è dovuto il miglioramento di Leroy Sané o di Gabriel Jesus, l’esplosione di Raheem Sterling, l’adattamento di Rodri. L’occhio clinico per i dettagli, oltre ad una conoscenza del calcio dovuta anche al ruolo ricoperto in campo che – secondo i più esperti – dona una visione di gioco differente da tutti gli altri dieci compagni, rendono un coach come Arteta assolutamente necessario per l’Arsenal, a maggior ragione dopo aver “buttato” gli ultimi due anni con un allenatore affermato.
Arteta all’Arsenal fa rima con quello che successe nel ‘96, sempre nel nord di Londra. L’Arsenal non credette nella scommessa, mise sotto contratto Bruce Rioch ma tornò sui propri passi poco dopo, affidandosi alle mani di uno sconosciuto. Lo sconosciuto diventerà poi il miglior allenatore allenatore della storia del Club. Lo sconosciuto era Mr. Arsène Wenger.
Perché Mikel Arteta sarà un fallimento totale?
Niente e nessuno può darmi la certezza che la scelta di affidarsi ad Arteta sarà giusta. Mettersi nelle mani di un coach talentuoso, sì, ma comunque inesperto, potrà essere rischioso. Mikel Arteta non ha mai lavorato sotto pressione e non ha mai avuto una responsabilità diretta delle sue azioni. Calciatori e dirigenti dovranno supportarlo nei momenti critici . Sarà questa la chiave del successo.
Puoi dare un consiglio a Mikel Arteta, solo uno. Qual è?
Consiglierei ad Arteta di andare dritto per la sua strada, di non scendere a compromessi con nessuno, anche di fare tabula rasa se fosse il caso. L’Arsenal è rimasto bloccato nel limbo anche perché ha preso sempre strade sbagliate. C’era un disperato bisogno di una vera mente calcistica all’interno dei quadri del Club e lui lo è.
Chi diventerà intoccabile? Chi finirà nel dimenticatoio?
Ho ragione di credere che vedremo l’Arsenal schierato con una sorta di 4-3-3.
Piuttosto bisognerà capire quanti e quali giocatori possano portare in campo l’idea calcistica di Arteta. In particolare, ho seri dubbi che i difensori attualmente in rosa rispecchino l’ideale di difensore che l’ex assistente di Pep Guardiola ha in mente. A centrocampo immagino uno Xhaka pivot davanti alla difesa, coadiuvato da Lucas Torreira e uno tra Mesut Özil e Dani Ceballos.
In attacco nessun dubbio: Pépé a destra, Aubameyang o Lacazette centrali, Martinelli a sinistra. Occhio però ai giovani: Arteta potrebbe continuare il lavoro iniziato da Emery e Ljungberg, oltre che implementare l’organico con acquisti mirati in ogni settore. Chissà se un cavallo pazzo come Guendouzi, indisciplinato tatticamente e tecnicamente, troverà spazio con il nuovo allenatore. Inizia ad essere troppo il tempo che è passato dalla sua ultima prestazione di rilievo. Dopo un periodo da giocatore d’impatto e fondamentale è tornato ad essere “il cane che abbaia e corre dietre le automobili” di sempre.