Com’è nato il tuo legame con l’Arsenal? Qual è stato l’evento scatenante?
La mia storia con l’Arsenal, come tutte le cose belle della vita, inizia per caso all’età di 6 o 7 anni. Quando mio padre rientrava da lavoro era solito portarmi un regalo (figurine, Topolino e cose simili) ma una sera se ne dimenticò e pur di non sentire le mie lamentele mi diede il vhs preso in omaggio con un quotidiano. Rimasi sorpresa ma visto che già da piccola divoravo film come fossero pizze accettai di buon grado. Il film in questione era Febbre a 90° ed invece di prendermi una cotta per Colin Firth mi innamorai dei Gunners.
All’epoca però le storie a distanza non erano facili come oggi, i social network ancora non esistevano e le partite straniere non venivano trasmesse in tv, così il mio unico alleato era il televideo. È anche grazie a lui se quella Febbre a 90° non è mai scesa.
Come ti descriveresti, se dovessi presentarti ad altri Gooners?
Le descrizioni non sono mai state il mio forte. Un po’ per timidezza, un po’ per paura di cadere nelle solite banalità, lascio che siano gli altri a scoprire qualcosa di me e di tanto in tanto c’è chi riesce a comprendere cose che neanche io sarei in grado di dire.
Qual è stata la prima partita in assoluto che hai visto? Che ricordi hai?
Al mio rientro da scuola mamma mi disse di accendere Sky perché aveva sentito alla radio che stava per iniziare una partita bellissima. Era il 3 novembre del 2007 e quel giorno da un Emirates stadium quasi tutto esaurito andava in onda Arsenal vs Manchester United.
I ricordi di quel sabato sono tanti ed indelebili: Almunia con quei capelli da ritiro patente che difendeva (si fa per dire) i nostri pali, in difesa nessuna traccia di David Luiz ma un certo Kolo Touré che non mi sembrava affatto male, Fabregas e Little Mozart in cabina di regia e la vecchietta che fa gesti poco eleganti a Ryan Giggs pronto a battere un corner.
Il match si concluse per 2 a 2, un pareggio agguantato nel finale con Gallas dopo un’azione rocambolesca. Niente male come prima volta.
Quando è stata la tua prima partita dal vivo?
Mai avrei pensato che la mia prima partita dal vivo sarebbe stata in Toscana, la regione che amo tanto. La sera del 12 settembre 2019 Firenze sembrava ancora più bella con le nostre Ragazze di scena al Franchi per il primo turno di Champions League.
Attendo invece la prima partita dal vivo all’Emirates. Lo scorso gennaio purtroppo non trovai i biglietti ma il solo assaporare l’atmosfera del pre-partita intorno allo stadio è stato fantastico. Un po’ meno ritrovarmi nel mezzo della tifoseria avversaria ma per fortuna ho il passo veloce. Un giorno supererò quei tornelli, andrò alla ricerca del mio seggiolino e sarà bellissimo.
Qual è la giocatrice che porterai sempre nel cuore? Quale invece quella che detesti o hai detestato di piú? Perché?
Ci sono persone che entrano nella tua vita all’improvviso e decidi di volergli subito bene. La mia è Daniëlle van de Donk. Determinazione, grinta e tanta simpatia racchiusi in un metro e sessanta di puro talento. Impossibile non rimanerne affascinati.
Lei non è tifosa, non ha giocato tutta la carriera con noi e forse (mi auguro di sbagliare) non la finirà eppure è stata proprio lei a farmi riavvicinare al calcio femminile. In più è olandese e per una che va in giro con il santino di Dennis Bergkamp nel portafoglio significa tanto.
Non mi esprimo invece sul detestare, chi non ci piace va trattato con indifferenza.
Dovessi scegliere una partita, una sola, quale sarebbe la più significativa per il tuo legame con l’Arsenal?
Ancora una volta torno sul quell’Arsenal vs Man Utd 2-2.
La passione, la grinta e la determinazione a non mollare fino al fischio finale dimostrati quel giorno mi fecero pronunciare le fatidiche parole “Si lo voglio!”. Dopo anni di fidanzamento sposai definitivamente l’Arsenal. Ancora una volta a distanza.
Facciamo qualche gioco…
Sei Joe Montemurro e il Club ti dice che puoi acquistare una giocatrice a scelta, senza restrizioni di budget: chi compreresti e perché?
Joe ama le giocatrici versatili da adattare ad ogni occasione ed è riuscito a mettere su una squadra competitiva e di qualità in ogni reparto. Fare aggiunte quindi è difficile e qualcuno inevitabilmente deve finire in panchina. Avete mai visto la faccia di Jill Roord quando deve subentrare? Uno spettacolo.
Detto questo, una volta messa a tacere la vocina che ripete Tobin Heath, la mia scelta ricadrebbe su Ada Hegerberg. Classe 1995 e tra i più forti attaccanti in circolazione sarebbe una partner di attacco perfetta per la nostra Viv.
Stan Kroenke ti promuove upstairs e ti chiede di scegliere il nuovo allenatore: chi assumeresti per guidare l’Arsenal? Perché?
Casey Stoney è il primo ed unico nome che mi viene in mente. È ancora alla prima esperienza ma se si guarda al lavoro fatto in due anni sulla panchina del Manchester United c’è solo da farle in complimenti ed aspettarsi grandi cose per il futuro. Una scommessa? Forse si, ma come ogni partita finché non te la giochi non saprai mai se l’hai vinta o persa. Il fatto poi che abbia vestito la nostra maglia e conosca già l’ambiente è un ulteriore punto a favore.
Sei il manager e devi mettere in campo la miglior squadra possibile, considerando tutte coloro che hanno vestito la nostra maglia, ognuna all’apice della propria carriera, che formazione scegli? Quali sono le tue undici titolari?
Emma Byrne, Kelly Smith ed Alex Scott, sono state la storia. Kim Little, Jordan Nobbs e Leah Williamson ne stanno scrivendo i nuovi capitoli. Tra loro c’è chi ha giocato sempre o quasi in maglia biancorossa chi potrebbe farlo. Da eterna romantica questo è per me motivo di vanto.
I successi di oggi sono in qualche modo figli di quelli passati,ed è per questo che il mio XI è un mix tra un Arsenal che ho solo potuto assaporare ed un altro che sto vivendo pienamente e per questo sento un po’ più mio.
La formazione titolare sulla carta sarebbe un 4-1-3-2: Emma Byrne, Alex Scott, Leah Williamson, Jennifer Beattie, Faye White, Lia Wälti, van de Donk, Little, Nobbs, Kelly Smith, Vivianne Miedema