Sabato, a Wembley, si chiude l’infinita stagione 2019/2020.

Per quanto prestigiosa, la vittoria in FA Cup non può e non deve alterare il giudizio sulle prestazioni dei singoli, quindi è già ora del….PAGELLONE!

Bernd LENO – 7

Ci ha tenuti a galla con parate straordinarie quando piovevano tiri in porta su tutti i campi della Premier League, prima che il vile Maupay del Brighton lo condannasse a guardare il finale di stagione dal lettino della riabilitazione.

Emiliano MARTÍNEZ – 6,5

Strepitoso quando chiamato in causa, impressiona per riflessi, fisico e controllo del pallone. Mezzo voto in meno rispetto al collega perché il campione di partite giocate è ancora ridotto ma l’argentino sembra finalmente diventato grande.

Héctor BELLERÍN – 5,5

La convalescenza in seguito alla rottura del crociato sembra lunghissima, per lo spagnolo. Al rientro funziona a fasi alterne, a volte sembra aver perso la sua famosa accelerazione e altre invece sembra tornato il vecchio Heccy. In ripresa nelle ultime settimane ma non ancora convincente del tutto. Memorabile il suo gol a Stamford Bridge per il 2-2 a finale, in rimonta, in dieci uomini.

CÉDRIC Soares – 5,5

Arrivato a gennaio da infortunato, non ha avuto molte occasioni per mettersi in mostra e quando è sceso in campo non ha brillato – pur senza sfigurare. A segno pochi minuti dopo il suo esordio assoluto, non ha confermato le buone sensazioni. Un onesto mestierante, poco di più.

Kieran TIERNEY – 6,5

Inizia con tante ottime prestazioni e assist in Europa League, poi un paio d’infortuni lo bloccano e si rivede in campo con continuità solo dopo la ripresa post-Covid. Da allora però è impeccabile, sia da centrale difensivo che da tornate. Gagliardo, instancabile e con un ottimo sinistro, lo scozzese è già un punto fermo.

Sead KOLAŠINAC – 4

C’è poco da fare, il bosniaco non sembra all’altezza. Che venga schierato da terzino, da centrale difensivo o da tornante, le troppe amnesie difensive e la monodimensionalità del suo stile offensivo lo rendono prevedibile e sterile. Col tempo sembra anche aver perso la propria aggressività, uno dei punti forti in passato.

Calum CHAMBERS – 5,5

Qualche prestazione interessante prima dell’infortunio al ginocchio patito contro il Chelsea all’Emirates Stadium. Perennemente in bilico tra conferma e cessione, l’inglese avrà la possibilità di giocarsi tutte le proprie carte la prossima stagione.

SOKRATIS Papastathopoulos – 4,5

Un inizio di stagione disastroso, costellato da tanti errori individuali, prima di una parziale redenzione e della messa in naftalina da parte di Mikel Arteta. In scadenza di contratto l’estate prossima, sembra determinato a restare pur non giocando quasi mai. Brutto segno…

David LUIZ – 5,5

Tanti, troppi momenti di follia pura come il rigore regalato a Salah contro il Liverpool o lo stop di coscia improbabile contro il Manchester City ma anche tanti momenti di gran classe, palla al piede. Il Club sapeva a chi si stava affidando quando l’ha acquistato dal Chelsea, nessuno può dirsi sorpreso; la speranza è che, in una difesa meglio organizzata, si vedano più momenti positivi che negativi…

Rob HOLDING – 5

Come Héctor Bellerín, sembra non recuperare mai dalla rottura dei legamenti: macchinoso, insicuro col pallone tra i piedi e passivo nell’uno contro uno, sembra aver bisogno di continuità per trovare il ritmo giusto. Il problema è che Mikel Arteta non sembra essere disposto a concedergli molte possibilità…

Shkodran MUSTAFI – 6

Una prima parte di stagione da Mustafi, con errori marchiani e scelte inspiegabili, poi la rinascita sotto la guida di Mikel Arteta: attento, calmo, imbattibile sui palloni aerei, il tedesco è cresciuto in maniera esponenziale, fino a diventare un perno della difesa. L’infortunio muscolare subìto a Wembley gli farà saltare la finale di FA Cup ma soprattutto lo terrà ai box fino a dopo la chiusura del mercato. Anche lui va in scadenza l’estate prossima…che fare?

Pablo MARÍ – sv

Troppe poche apparizioni per giudicarlo, rimandato a settembre.

Ainsley MAITLAND-NILES – 5,5

Centrocampista, terzino, tornante, l’inglese viene usato come tappabuchi alternando grandi prestazioni e passaggi a vuoto. Da terzino e tornante sembra poter lottare seriamente per una maglia da titolare ma non sembra ancora convinto del tutto. Il metodo Arteta “ti congelo fino a quando non fai come dico io” ha funzionato, chissà che la carriera di AMN non possa finalmente decollare. L’impressione tuttavia è che possa partire se arriva l’offerta giusta.

Bukayo SAKA – 6,5

Grande sorpresa della stagione, il giovanissimo inglese è il diamante più luccicante dell’Academy e ha appena firmato un contratto quadriennale. 12 assist e 4 gol alla stagione del debutto con un bottino incredibile, ancor di più se pensiamo che ha giocato tante partite da terzino. Il suo futuro sembra essere a centrocampo, che sia al centro o sulle fasce, e il fatto che il Club gli abbia concesso la famosa maglia numero 7 la dice lunga su quanto sia stimato da tutti.

Lucas TORREIRA – 5

Prima impiegato in una posizione troppo avanzata da Unai Emery, poi messo da parte da Mikel Arteta in favore di Dani Ceballos, l’uruguaiano ha vissuto una seconda stagione molto complicata e non sembra tagliato per il gioco del nuovo allenatore. La sua grinta e la sua determinazione sono sempre molto utili ma il percorso londinese di Torreira potrebbe già essere arrivato al capolinea.

Granit XHAKA – 5,5

Prima parte di stagione da incubo, con tanto di sbroccata plateale ed esclusione; Mikel Arteta l’ha convinto a restare quando la cessione all’Hertha Berlino sembrava quasi fatta e da allora ha ritrovato ritmo, prestazioni e concentrazione. Non è un fuoriclasse ma è un elemento di esperienza, carisma e tecnica che farà comodo anche la prossima stagione.

Dani CEBALLOS – 5,5

Una manciata di ottime prestazioni in un mare di anonimato, lo spagnolo ha vissuto una stagione in chiaroscuro. L’avvento di Mikel Arteta ne ha stravolto la traiettoria, enfatizzandone le qualità e nascondendone i difetti principali, ma il prezzo del cartellino potrebbe essere un ostacolo insormontabile nel tentativo di rendere permanente il suo soggiorno a Islington.

Joe WILLOCK – 5,5

Il potenziale c’è tutto, i risultati ovviamente meno. È ancora giovane e merita la fiducia di Mikel Arteta, dello staff, dei compagni e di noi tifosi ma soprattutto merita di giocare in quello che sarebbe il suo ruolo naturale, ovvero la mezz’ala. Da trequartista non incide e da esterno non ha il passo per fare la differenza; per tempi d’inserimento, capacità di finalizzare l’azione e impatto sulla partita ricorda molto Aaron Ramsey, come il gallese però deve avere la possibilità di essere la variabile impazzita della formazione.

Mattéo GUENDOUZI – 5

Il suo declino è stato fulmineo: dopo una stagione d’esordio giocata al di là delle più rosee aspettative, il giovane talento francese si è fermato nella sua progressione e gli avversari gli hanno presto preso le misure. Il derby casalingo contro gli Spurs resta il momento più alto della sua annata, ora però si ritrova fuori rosa e le possibilità di ricucire lo strappo davvero poche. La cessione è una possibiltà concreta anche se la cifra richiesta dall’Arsenal è alta

Mesut ÖZIL – 4

Non influisce più sul gioco (quando gioca!) quanto potrebbe fare, anche se con lui in campo la manovra è indubbiamente più fluida e logica. Intoccabile in seguito alla nomina di Mikel Arteta, è completamente sparito dalla circolazione dopo la ripresa del campionato, collezionando una sola apparizione in panchina. In scadenza l’estate prossima, sembra determinato a restare fino all’ultimo e scegliersi la prossima destinazione da svincolato, una soluzione che non farà bene a nessuno.

Reiss NELSON – 5

Sembra mancargli il coraggio di tirar fuori le proprie armi migliori, ovvero dribbling e conclusione a rete. I numeri ci sono ma si vedono solo a sprazzi, proprio quando questa squadra avrebbe più bisogno di maggiore creatività e improvvisazione. Speriamo di vederlo più aggressivo l’anno prossimo, oppure la separazione sarà inevitabile.

Nicolas PÉPÉ – 6

Nuovo campionato, tre allenatori diversi e una squadra senza identità, eppure è il secondo giocatore per gol e assist quest’anno. Inizialmente troppo isolato sulla destra, l’ivoriano va un po’ meglio in un ruolo più centrale ma può e deve fare di più. La prossima stagione vorrei vedere il Nicolas Pépé di Lille, sicuro di sé fino all’insolenza e spietato quando si tratta di concludere l’azione.

Gabriel MARTINELLI – 6,5

Assieme a Bukayo Saka, la bella sorpresa della stagione. Arrivato da sconosciuto e con poche pretese, chiude l’anno con 10 gol in 15 partite da titolare e una notte da ricordare a Stamford Bridge. Un talento unico, da proteggere e valorizzare, che ha recentemente rinnovato il contratto e sembra pronto ad esplodere. Lui preferirebbe giocare da esterno sinistro, io dico che sarà un centravanti fenomenale.

Pierre-Emerick AUBAMEYANG – 7

Senza i suoi gol saremmo in zona retrocessione. Credo che basti questo per capire perché il gabonese merita il titolo di giocatore dell’anno. 27 gol totali, di cui 22 in Premier League, e la seconda scarpa d’oro consecutiva sfiorata. Il suo futuro è incerto e, oggi come oggi, sembra più lontano dall’Emirates Stadium di quanto non lo fosse due settimane fa. Se dovesse partire, sostituirlo sarà un’impresa e soprattutto farà tutta la differenza per le ambizioni del Club, la prossima stagione.

Alexandre LACAZETTE – 5

Il precampionato condizionato da un infortunio alla caviglia ha fatto si che il francese non trovasse mai davvero il ritmo. Quest’anno solo 12 gol tra campionato e coppe, nelle ultime settimane sembra aver ritrovato smalto ma, nell’insieme, è senza dubbio la sua peggior stagione a Londra. L’estate si annuncia complicata per l’ex OL, il cui futuro è incerto.

Eddie NKETIAH – 5,5

Il prestito al Leeds United è stato un mezzo fiasco, nonostante i gol messi comunque a segno, e rientrato alla base sembrava destinato a partire di nuovo; Mikel Arteta però ha voluto trattenerlo e il giovane inglese gli ha dato ragione, mettendo a segno 4 reti in 9 presenze da titolare. Sul giudizio pesa il rosso rimediato contro il Leicester per eccesso di foga, un peccato di gioventù che la squadra ha pagato carissimo. Da tenere d’occhio la prossima stagione, Mikel Arteta non perde mai occasione per elogiarlo pubblicamente.

Poche sufficienze, pochissime promozioni a pieni voti per una squadra che, nell’insieme, ha deluso.

Le attenuanti ci sono eccome ma l’Arsenal non aveva mai terminato un campionato così in basso in classifica dal 1994/95 e non segnava così poco dalla stagione successiva (49 gol contro i 56 di quest’anno).

La verità a volte è dura da accettare, speriamo almeno di trarne qualche insegnamento.

@ClockEndItalia

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