Mikel Arteta, volume II.

Sono abbastanza sicuro che non vedremo Mikel Arteta sfoderare la spada di Hattori Hanzō, quando il secondo capitolo della sua carriera da allenatore dell’Arsenal comincerà, tuttavia, per quanto mi riguarda, l’attesa per il volume II è pari a quella per il secondo episodio di Kill Bill, nel 2004.

Non ci sono vendette da consumare per lo spagnolo ma non sto più nella pelle per vedere come andrà avanti la missione di Mikel Arteta.

L’ex assistente di Pep Guardiola è indubbiamente a man on a mission: fin dal suo arrivo ha parlato di prerogative inderogabili, comportamenti che non verranno mai accettati, senza eccezioni o attenuanti, e alle parole ha fatto seguire i fatti, implacabile e spietato come La Sposa del film.

Niente ripensamenti, niente compromessi: o con me o morte.

Sportiva, ovviamente, anche se in effetti è un po’ di tempo che a Londra non si vedono più né Mesut Özil, né Mattéo Guendouzi…

Il Volume I è stato pieno di emozioni contrastanti e colpi di scena: l’eliminazione dall’Europa League contro l’Olympiacos, la positività al coronavirus, lo stop del campionato, la trattativa per la riduzione degli stipendi, le splendide vittorie contro Manchester United, Liverpool, Manchester City, le sconfitte contro Manchester City, Chelsea, Aston Villa e Brighton ed infine, l’apoteosi.

Il tutto girato con tecniche completamente nuove, che dalle parti di Islington non si vedevano dal 1996: niente più inquadrature fisse ma fluide, niente più regia tradizionale ma innovazione, niente più attori strapagati e pigri o giovani starlette che si credono stelle del cinema per aver girato una miniserie di successo.

Il set è stato un continuo cambiamento di scenografie e luci, a volte riuscite e a volte meno, ma l\’impressione è che Mikel Arteta abbia bene in testa come vuole che sia il Volume II e che finora abbia dovuto fare il massimo con il materiale a disposizione.

La mia impressione è che la scena finale dell’altro giorno, in un Wembley deserto, sia in realtà la scena d’apertura del prossimo capitolo, anziché il tipico happy ending del cinema più tradizionalista.

D\’altronde, lo ha detto lui stesso a poche ore dalla finale di FA Cup, contro il Chelsea:

“Ovviamente, con tutto quello che è successo, se vinceremo (la FA Cup, ndr) e ci qualificheremo per l’Europa, possiamo dire che va bene. Ma non è il livello di questo Club.”

È per questo che aspetto con tanta impazienza il Volume II, perché la missione di Mikel Arteta è appena agli inizi e i cambiamenti che vedremo nel brevissimo termine sono pensati per incollarci ai seggiolini, a patto ovviamente che la produzione ci metta del suo nello scritturare il cast.

Con un manipolo di onesti mestieranti e un paio di ottimi attori, Mikel Arteta ci ha portato la FA Cup e un rinnovato senso di ambizione, immaginate cosa potrà fare con i suoi attori, quelli che vuole fortemente.

@ClockEndItalia

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