Il pomeriggio di ieri è stato un susseguirsi di notizie sorprendenti, per usare un eufemismo, che rischiano di avere conseguenze molto pesanti sulla squadra.
Al di là dell’amarezza nel vedere 55 posti di lavoro tagliati dal Club in maniera così spietata e intempestiva; della sorpresa nell’apprendere che molti osservatori, tra cui Francis Cagigao, fanno parte di quei 55 impiegati licenziati dall’Arsenal; dell’apparente immobilismo della KSE, il cui padrone vale svariati miliardi di dollari in patrimonio e dell’incongruenza nell’annunciare misure così drastiche mentre la trattativa multimilionaria per portare a Londra il brasiliano Willian avanza senza intoppi, l’aspetto più preoccupante di tutta la vicenda resta la sensazione di alto tradimento che lo spogliatoio ha percepito nel momento in cui il Club ha reso pubblica la decisione.
Quasi quattro mesi fa, infatti, Mikel Arteta, il suo staff più ravvicinato e la maggior parte dei giocatori avevano accettato la proposta del Club di un taglio volontario degli stipendi del 12,5%, che avrebbe permesso al Club di risparmiare oltre 200 milioni di sterline e salvaguardare la forza lavoro impiegata nei vari settori; lo stesso Mikel Arteta, assieme a Héctor Bellerín e al capitano Pierre-Emerick Aubameyang, si era speso per raggiungere una decisione quanto più unanime possibile e spingere i giocatori ad accettare la proposta – per il bene comune.
Ad eccezione di tre membri della prima squadra, tutti avevano seguito l’accorato appello dell’allenatore e avevano accettato la riduzione di stipendio, una misura drastica adottata solo dall’Arsenal in tutto il panorama calcistico britannico.
Come potranno mai sentirsi, in questo momento?Come potrà mai sentirsi Mikel Arteta, che ci ha messo la faccia con i suoi giocatori?
Un tradimento di questo genere lascia scorie profonde, di quelle che possono facilmente far deragliare tutto un progetto: possiamo escludere che lo spogliatoio, in parte o interamente, si ribelli contro il tecnico, reo di averli ingannati? Il buonsenso suggerisce che Mikel Arteta sia la prima vittima di tale tradimento da parte di Vinai Venkatesham, Raúl Sanllehí e la KSE, tuttavia qualcuno tra i giocatori potrebbe comunque credere che lo spagnolo fosse d’accordo; allo stesso modo, Mikel Arteta potrebbe non perdonare un tale comportamento da parte dei suoi interlocutori più vicini, a partire da Edu, che sembrano averlo manipolato per ottenere esattamente quel che volevano – e che nulla ha da spartire con la salvaguardia dei posti di lavoro.
Non mi va di soffermarmi sulla parte morale di queste decisioni, per quanto mi disgusti, perché in fin dei conti sappiamo tutti benissimo che il calcio non è un ambito commerciale diverso dagli altri e che tante altre persone hanno perso il proprio posto di lavoro a causa della pandemia, in tutti i settori; sappiamo altrettanto bene che quasi nessun multi-milionario o multi-miliardario, è incline a tirar fuori soldi di tasca propria senza un ritorno d’investimento, altrimenti non avrebbero accumulato tutti quei soldi…
Mi limito a giudicare le conseguenza di tale decisione sull’avvenire della squadra e del Club, per rispondere direttamente al comunicato del Club:
“I cambiamenti proposti (licenziamenti, ndr) hanno come scopo ultimo la possibilità di portare questo grande Club verso il futuro, creare l’organizzazione giusta in un mondo post-Covid, e assicurare le risorse necessarie per tornare a competere per i massimi trofei qui (in Inghilterra, ndr) e in Europa.”
Cazzate.
Scusate il giro di parole ma non c’è nessuna possibilità di tornare ad essere competitivi tradendo in maniera così subdola uno dei migliori giovani allenatori in circolazione e con lui tutto lo spogliatoio, pochi giorni dopo aver centrato inaspettatamente la vittoria in FA Cup e il ritorno in Europa League con una prestazione fatta di sacrificio, dedizione e attaccamento ai colori.
Sarebbe bastato vedere da vicino i festeggiamenti a Wembley per capire che razza di chimica si è creata tra i giocatori e l’allenatore, invece proprio in quel momento la dirigenza stava affilando il coltello da piantare nella schiena di Mikel Arteta, Pierre-Emerick Aubameyang e tutti gli altri.
Ottimo lavoro, ragazzi. Ben fatto.