Che bomba: Raúl Sanllehí lascia l’Arsenal.

Il dirigente catalano è stato sollevato dall’incarico, ad annunciarlo il Club stesso con un comunicato ufficiale questa mattina.

La notizia sorprende per tanti aspetti e sarà virtualmente impossibile capire davvero il perché di questa scelta, tuttavia a lasciare a bocca aperta è soprattutto la tempistica: meno di ventiquattr’ore dopo l’annuncio dell’acquisto del brasiliano Willian, assistito del suo “amico” Kia Joorabchian, il dirigente catalano viene messo alla porta; lui che sembrava l’artefice principale delle strategie di mercato dell’Arsenal, colui che aveva orchestrato le partenze di Sven Mislintat, Jaeson Rosenfeld e di alcuni osservatori di primo livello, tra cui Francis Cagigao, viene licenziato.

Quali sono le ripercussioni di una tale decisione, per il Club, per Mikel Arteta e per i giocatori?Iniziamo col vedere chi sono i veri vincitori, in questa storia.

Vinai Venkatesham: a nemmeno 40 anni, l’Amministratore Delegato prende le redini del Club dopo averne scalato le gerarchie per dieci anni; con il licenziamento di Raúl Sanllehí, tutte le decisioni importanti passeranno dalla sua scrivania.Il grande vincitore di questa rivoluzione è lui, che diventa di fatto il successore di Ivan Gazidis.

Edu: il brasiliano, arrivato poco più di un anno fa, avrà maggior potere decisionale e diventa il vero responsabile del mercato dell’Arsenal, senza nessun intermediario.

Allo stesso tempo, Edu non avrà più nessun parafulmine a proteggerlo da eventuali critiche e da scelte impopolari; ad esempio, d’ora in avanti il controverso Kia Joorabchian non sarà più “il compare di Raúl Sanllehí” ma “l’amico di Edu”, data la lunga collaborazione tra i due già dai tempi del Corinthians. Se il super-agente irano-britannico continuerà ad accumulare influenza e potere all’interno del Club, Edu avrà molte domande alle quali rispondere…

Mikel Arteta: arrivato da poco ma già un’istituzione all’interno del Club, lo spagnolo ora avrà sempre maggiore influenza in tutto ciò che riguarda i trasferimenti, i rinnovi e le scelte direttamente legate al campo. La partenza di Raúl Sanllehí rinforza la collaborazione diretta con Edu, senza più intermediari con i quali dover trovare compromessi o ai cui capricci doversi piegare.

Se Mikel Arteta, Edu e Vinai sembrano uscire i vincitori da questo terremoto politico interno al Club, l’ovvio perdente è il catalano, la cui ascesa all’interno del Club pareva inarrestabile: oltre a quanto citato prima circa Mislintat e compagnia, Raúl Sanllehí è anche stato l’antagonista principale di David O’Leary nel suo tentativo di entrare nel board, è stato il principale sponsor di Unai Emery quando c’era da scegliere il successore di Arsène Wenger ed è arrivato perfino a suggerire un rinnovo triennale per il tecnico basco, quando il resto del mondo vedeva chiaramente l’ineluttabilità del declino delle prestazioni della squadra dalla primavera scorsa.

Ad aver fatto la differenza, tuttavia, potrebbe essere la recente inchiesta interna che l’Arsenal ha lanciato per capire meglio come si è svolta la trattativa che ha portato all’acquisto di Nicolas Pépé: ad essere messa in discussione non è la scelta di puntare sull’ivoriano, quanto il prezzo concordato con il Lille e le modalità di pagamento; la richiesta sarebbe partita proprio da Edu, che nel suo ruolo di Direttore Tecnico sembra aver tutta l’intenzione di spulciare ogni operazione condotta dal Club, che riguardi la Prima Squadra o le giovanili, e di far pesare ogni centesimo investito.

Per un dirigente vecchio stile come Raúl Sanllehí, il cui modus operandiprevede contatti stretti con determinati agenti e quindi la concreta possibilità di pagare ingenti somme in commissioni, un approccio come quello voluto da Edu risuona come una condanna senza appello.

Raúl Sanllehí lascia l’Arsenal dopo due anni e mezzo iniziati con grandi promesse ma andati avanti a colpi di controversie e polemiche.

Personalmente, non mi mancherà: a più riprese ho sottolineato come alcune delle decisioni prese dal catalano ci stessero riportando indietro nel tempo, anziché nel futuro, e che il suo stile clientelare avrebbe finito col costarci milioni, credibilità e prestigio.

Avrà sicuramente portato anche un contributo positivo nei 30 mesi passati all’Arsenal, soprattutto nel modo in cui ha concluso affari controversi ma comunque preziosi per il Club, ma il prezzo da pagare per l’ottimismo effimero sembrava troppo alto.

Adéu, don Raúl.

@ClockEndItalia

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