Bentornato, Dani. È bello rivederti!

Poco più di un anno fa, esattamente il 16 luglio 2019, lo spagnolo sbarcava a Londra in prestito dal Real Madrid, pronto a raccogliere la pesante eredità di Aaron Ramsey, passato alla Juventus.

Profili diversi, qualità diverse, giocatori diversi accomunati dal numero di maglia e da una missione: guidare il centrocampo dell’Arsenal.

Un anno fa presentavo un Dani Ceballos mezz’ala in un ipotetico centrocampo a tre di Unai Emery, pronto a legare mediana e attacco grazie “ad un piede destro fenomenale […] grande visione di gioco e una buona dose di dinamismo, pur non essendo velocissimo, tutti ingredienti che gli permettono di trovare soluzioni sorprendenti e spesso decisive per dare la svolta alla manovra. Naturalmente resistente al pressing avversario grazie ad un controllo di palla straordinario, dà probabilmente il meglio di sé da mezz’ala, preferibilmente a sinistra dove può avere una migliore panoramica del campo.”

Il Dani Ceballos che ritroviamo oggi, tuttavia, non è nemmeno lontano parente di quello che abbiamo accolto l’anno scorso: da mezz’ala creativa si è trasformato in regista arretrato in un doppio pivot con Granit Xhaka e ha cambiato radicalmente il proprio modo di stare in campo, andandosi a prendere il pallone fin dentro l’area di rigore e offrendo di continuo angoli di passaggio per il portiere, i centrali di difesa e i tornanti, nel 3-4-3 di Mikel Arteta.

Quello che ritroviamo oggi, a parte il fatto di arrivare solamente in prestito, non ha nulla da spartire con il giocatore che abbiamo debuttare contro il Burnley una stagione fa, anche caratterialmente: se la passione è sempre stata più che evidente, oggi Dani Ceballos è un trascinatore in campo e nello spogliatoio, è un giocatore che, pur essendo solo di passaggio, mostra l’esempio ai compagni di squadra e gioca per la squadra, per il Club e per i tifosi.

Una trasformazione iniziata quando tutto sembrava ormai perduto: al momento dell’avvicendamento tra Unai Emery e Mikel Arteta, con l’intermezzo Freddie Ljungberg, lo spagnolo era infortunato e il recupero non stava procedendo bene, tanto da spingerlo a richiedere un rientro alla base per essere girato in prestito altrove, magari nella Liga; dopo una chiacchierata con il nuovo allenatore e il famoso commento “si sta allenando come un animale” riferito a Dani Ceballos da parte di Mikel Arteta, a far ripartire di slancio il centrocampista.

Da allora, lo spagnolo è diventato un caposaldo della squadra e il primo esempio di cosa vuol dire giocare per Mikel Arteta, quali siano le responsabilità e soprattutto le aspettative.

Da ultimo dei reietti a primo discepolo di Mikel Arteta, Dani Ceballos è pronto a continuare a prendersi il centro del campo e dello spogliatoio – che sia per una stagione o per molti anni a venire.

Allora, come un’estate fa: ¡Adelante, Dani!

@ClockEndItalia

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