
…e ne rimasero 31.
È un po’ diverso dal romanzo di Agatha Christie, dove di dieci piccoli indiani poi non ne rimase nessuno; anzi, è diametralmente opposto.
Ad oggi, Mikel Arteta deve gestire una rosa composta da 31 elementi, nemmeno fossimo l’Udinese dei tempi d’oro di Leonardi: una follia, una missione suicida per un allenatore che si ritrova a gestire giocatori con la valigia in mano da settimane e deve provare a trovare l’equilibrio giusto in campo.
Il campionato ricomincia la settimana prossima con la trasferta a Craven Cottage, eppure ancora oggi è impossibile sapere quale sarà la formazione titolare.
Nonostante i 31 giocatori già a disposizione, si parla quasi esclusivamente di operazioni in entrata: Dani Ceballos è atteso a Londra da un giorno all’altro, Thomas Partey e Houssem Aouar sono al centro di tante chiacchiere e ora spunta pure il nome dell’attaccante francese del Celtic, Odsonne Édouard.
E in uscita? Poco o nulla.
Tantissime voci, pochissime trattative concrete: alcuni Club di Serie A vorrebbero Lucas Torreira ma non vogliono o possono sborsare, come Fiorentina e Torino; il possibile passaggio di Héctor Bellerín al PSG è molto meno concreto di quanto sembrasse, con il Club francese che considera lo spagnolo un obiettivo secondario; per Sokratis al Napoli si continua a trattare, con il De Laurentiis che spinge affinché il giocatore si svincoli; Rob Holding è un obiettivo per il Newcastle ma solo in prestito, così come Sead Kolašinac per lo Schalke 04 e la Roma; di Mattéo Guendouzi, che doveva essere un pezzo pregiato del mercato, non si parla nemmeno più e la pista che doveva portare Alexandre Lacazette a Torino o a Madrid si è raffreddata.
Insomma, i nostri giocatori non sembra abbiano tutto questo mercato e quelli con qualche richiesta sono seguiti da Club non esattamente di primissima fascia, il che la dice lunga sulla qualità reale della nostra rosa.Siamo in tanti e siamo scarsi, insomma – ottimo!
Al di là delle difficoltà di gestione per Mikel Arteta, non bisogna dimenticare le regole imposte dalla Premier League: ogni squadra può infatti registrare un massimo di 25 giocatori, di cui solo 17 possono essere NHG (Not Home Grown); a scanso di equivoci, la definizione di Home Grown esula sia dalla nazionalità che dal fatto che il giocatore sia cresciuto nel vivaio della squadra per la quale è tesserato: è sufficiente aver passato almeno tre stagioni, anche non consecutive, in qualsiasi Club affiliato alla Football Association, prima di aver compiuto 21 anni.
In teoria, l’Arsenal potrebbe registrare 17 giocatori NHG e completare la squadra con 8 giocatori U21, HG oppure no, e restare perfettamente in linea con le regole, tuttavia ci ritroviamo oggi in una situazione tale da avere già 17 giocatori NGH e dover quindi vendere prima di poter acquistare altri giocatori registrabili: con l’arrivo di Dani Ceballos saremmo già a 18, ad esempio, quindi uno dei giocatori già in squadra finirebbe con l’essere escluso dalla squadra ufficiale della Premier League.
Prima di poter pensare ai vari Houssam Aouar o Thomas Partey, dobbiamo assolutamente vendere – o prestare – alcuni dei giocatori già in rosa, che non siano U21 – il che ad esempio esclude Mattéo Guendouzi, uno dei più chiacchierati per una possibile cessione.
Anche le eventuali cessioni di Rob Holding o Calum Chambers non cambierebbero nulla al fatto che l’Arsenal deve liberare spazio nella categoria dei NHG, quelli più difficili da cedere nel mercato nazionale. È una situazione molto spinosa, perché tutto sommato i papabili partenti sono pochi e, guarda caso, sono gli stessi che l’Arsenal fatica a piazzare.
Fiorentina, Torino, Napoli, Roma, Schalke 04, Juventus e Atlético Madrid sanno perfettamente che l’Arsenal non ha altra scelta che vendere, quindi giocano impietosamente al ribasso per Lucas Torreira, Sokratis, Sead Kolašinac e Alexandre Lacazette.
L’unica soluzione sarà svendere o svincolare alcuni giocatori come fatto con Henrikh Mkhitaryan, ma così facendo non potremmo avere a disposizione i fondi necessari per arrivare ai nostri obiettivi di mercato.
Così, mentre da una parte ci sediamo al tavolo delle trattative senza uno straccio di asso nella manica, dall’altro consegnamo a Mikel Arteta una rosa troppo larga e ancora male assortita.
Un gran bel modo d’iniziare la stagione del riscatto!