
Lo spagnolo, fin da subito, mette in chiaro quali sono le priorità: tornare competitivi contro le rivali dirette e sistemare la fase difensiva, orripilante.
Nonostante gli inizi promettenti, la carriera di Unai Emery all’Arsenal diventa presto una lenta discesa agli inferi, tra il quarto posto mancato pur partendo da una posizione di classifica favorevole e la scoppola rimediata dal Chelsea in finale di FA Cup, a Baku.
Dopo la parentesi Ljungberg, chiamato a tenere a galla il barcone, viene scelto Mikel Arteta – il miglior vice-allenatore al mondo: conosce l’Arsenal, ha lavorato con Arsène Wenger e Pep Guardiola, è cresciuto nel Barcellona…ci farà divertire!
Ecco, diciamo che ci ha fatto vincere: per il divertimento ripassate domani.
Anche ieri, a casa del Rapid Vienna, abbiamo faticato a creare gioco: troppo macchinosi, troppo sbilanciati, poveri di idee quando non possiamo lanciare Pierre-Emerick Aubameyang e quindi incredibilmente prevedibili.
C’è di bello che non prendiamo più le grosse imbarcate che prendevamo sia con Arsène Wenger che con Unai Emery; c’è di bello che la nostra difesa è bene organizzata, solida e affidabile – finalmente; c’è di bello che i giocatori, quando non sono in possesso, sanno come mettersi in campo, quando pressare e quando attendere, e in quali zone del campo andare a chiudere l’avversario.
Capite dove voglio arrivare? In meno di un anno solare, nonostante una pandemia inedita e tante gatte da pelare, Mikel Arteta è riuscito dove Unai Emery aveva fallito: tornare competitivi contro le grandi e rinsaldare la difesa.
Benissimo, Mikel ma quand’è che torniamo a vedere un po’ di calcio?
Batti un colpo, Mikel!