Dobbiamo parlare di Gabriel.
Uso volontariamente il termine morbida perché ciò che mi impressiona di più, quando osservo l’ex difensore del Lille, è la sua fisicità: sempre incollato all’avversario, aggressivo nell’uno contro uno e deciso nell’usare le maniere forti, quando necessario.
Come accennato, non andrà sempre bene e ci costerà forse qualche rigore ma la partita di ieri sera ha confermato che siamo riusciti a scovare un giocatore di grande caratura, ad un prezzo tutto sommato ragionevole: il brasiliano, infatti, è arrivato dal Lille per una cifra vicina ai 27 milioni di sterline, che lo posiziona al SETTANTESIMO (!) posto tra i difensori più cari della storia: prima di lui ci sono elementi rivedibili come Diallo, Lindelöf, Caldara, Otamendi, Aké e perfino la meteora Mangala; un affarone insomma, di quelli che sapevamo portare a casa durante i tempi d’oro della premiata ditta Wenger&Dein, coadiuvata da Cagigao.
Nonostante sia ancora troppo presto per emettere un giudizio definitivo su Gabriel, il brasiliano è il giocatore che mi ha sorpreso di più per rendimento e maturità; non mi aspettavo fosse preso in considerazione per il un posto da titolare – o almeno non così in fretta – e credevo che lo avremmo visto più che altro in Europa League, Carabao Cup e magari qualche partita di Premier League non troppo complessa, invece eccolo titolare a casa del Manchester City e del Manchester United, a comandare la linea difensiva e tenere sotto controllo gli avversari più pericolosi, da Sergio Agüero a Marcus Rashford, passando per Jamie Vardy, all’Emirates Stadium.
L’unica volta che abbiamo incassato più di un gol, ad Anfield, lui non è sceso in campo; con lui tra i titolari, siamo a 4 gol subiti in 6 partite disputate e due clean-sheet, per distacco la miglior difesa di tutta la Premier League.
In una serata piovosa come quella di ieri, in un palcoscenico tra i più prestigiosi d’Europa, in una partita che si portava dietro pressioni enormi, Gabriel ha dato il meglio di sé e comandato da veterano la linea difensiva, senza aver nessuna paura: nemmeno quando, pur già ammonito, ha chiuso in scivolata su un veterano come Matic, che stava palesemente cercando il rigore: intervento duro ma pulito, palla in corner e il serbo che corre a piagnucolare da Dean, implorandolo di controllare con il VAR: avrei preferito rivederlo, quell’intervento, talmente era impeccabile.
In una serata come quella di ieri, si è scatenata la tempesta perfetta sopra Manchester.