
Just me, my boy and the guys enjoying the Partey.
Mandiamo definitivamente in soffitta il gioco di parole più abusato dell’autunno e concentriamoci sul giocatore, piuttosto:
100% di passaggi lunghi andati a segno
100% di duelli aerei vinti
93% di passaggi completati, di cui più della metà nella metà campo avversaria
11 palloni recuperati
75% di contrasti vinti
Roba da sfregarsi le mani fino a prendere fuoco.
Il ghanese, colpo di mercato dell’ultimo minuto, ha dominato il centrocampo e dato energia alla linea mediana, troppo spesso lenta e compassata.
Finalmente il nostro centrocampo dispone di un elemento il cui primo pensiero è come spostare il pallone verso le zone pericolose, anziché assicurarsi di mantenerne il possesso, anche a costo di risultare sterili: è un modo di giocare rischioso, che porta a perdere il possesso del pallone in momenti a volte delicati, ma restituisce ritmo e vivacità alla manovra, troppo spesso spenta e priva d’idee.
Come Gabriel in difesa, Thomas Partey è appena arrivato ma è già un punto fisso della squadra, un elemento imprescindibile perché diametralmente opposto a qualsiasi compagno di reparto oggi in rosa: fisicamente imponente, aggressivo con e senza palla e voglioso di prendersi tutte le responsabilità in campo – con annessi rischi.
Resta da stabilire chi sarà il suo compagno di reparto, sul medio e lungo termine, ma non escluderei che Mohamed Elneny, con la sua dedizione e il suo altruismo, riesca a conservare il posto, guadagnato con sudore e impegno.
Da un parte i mille polmoni di Mohamed Elneny e il suo possesso palla sempre sicuro, dall’altra la prorompenza di Thomas Partey, con il suo strapotere fisico e la volontà di caricarsi il centrocampo sulle spalle – costi quel che costi.
Una coppia improbabile, forse, ma che ad Old Trafford ha funzionato a meraviglia.