
Sluggish: moving or operating more slowly than usual and with less energy or power.
Come tanti lumaconi – quelli brutti, senza casetta sulla schiena, niente a che vedere con le eleganti chiocciole – abbiamo faticosamente provare ad attraversare il campo in lungo e in largo, mentre i giocatori dell’Aston Villa sbucavano da tutte le parti e ci superavano con una facilità disarmante.
Non si è salvato quasi nessuno ma certamente i più lumaconi tra i lumaconi sono sembrati Willian e Alexandre Lacazette, indifendibili per la prestazione offerta: entrambi hanno avuto più di un’occasione per fare gol, entrambi sono apparsi lenti e pesanti, entrambi non hanno lasciato la benché minima traccia sulla partita, se non in negativo.
Il francese, lontano parente dell’attaccante visto a Lione, è uscito malissimo dal confronto con Ollie Watkins, che ieri sera è stato tutto ciò che un centravanti dell’Arsenal dovrebbe essere: tecnicamente eccezionale, letale sotto porta, bravo a far salire la squadra ed efficace nell’aiutare la fase difensiva.
Da una parte un ghepardo, agile e potente, dall’altra un lumacone.
Discorso simile per Willian, la cui integrazione in squadra non è tanto buona quanto vuole raccontare Mikel Arteta: il brasiliano non è efficace palla al piede, in quella che dovrebbe essere la sua qualità migliore, e ha fallito due occasioni da gol clamorose (soprattutto la seconda). Se confrontato a Grealish, che ci ha letteralmente fatti a pezzi partendo dalla fascia, Willian sembra un…si, quello, lo sapete. Non c’è nulla di male se, a 33 anni, il passo e la resistenza non sono quelle di uno dei migliori esterni di tutta la Premier League, il problema è che Willian ha sfigurato anche in confronto a Trézéguet: con tutto il rispetto, possiamo tutti aspettarci di meglio.
Rimpiazzare Willian e Alexandre Lacazette non risolverà tutti i nostri problemi, purtroppo, perché il nodo principale sembra tattico, tuttavia le qualità fisiche e tecniche di Eddie Nketiah e Nicolas Pépé non potranno che far bene ad una squadra tanto compassata, per usare un eufemismo – così come mettere uno dei migliori centravanti al mondo a fare il proprio mestiere, anziché costringerlo ad arare la fascia come un Di Livio qualsiasi: il povero Pierre-Emerick Aubameyang mi fa tenerezza, ormai, nel suo disperato rincorrere palloni buttati sulla fascia alla bell\’e meglio, senza costrutto e soprattutto a decine di metri dalla porta.
Iniziamo col mettere i giocatori migliori nel proprio ruolo naturale e vediamo cosa succede: con Pierre-Emerick Aubameyang centravanti, Bukayo Saka ala sinistra e Nicolas Pépé ala destra avremmo già un tridente capace di giocare nello stretto e offrire qualche grattacapo in più alle difese avversarie, anziché contare sul solo inserimento del gabonese dalla fascia sinistra.
Siamo prevedibili, assolutamente piatti dal punto di vista offensivo e abbiamo bisogno di un paio di elementi che possano dare la scossa e osare un po’ di più: dietro abbiamo Gabriel ed eventualmente David Luiz, entrambi in grado di rompere le linee di pressing; in mezzo abbiamo Thomas Partey e Dani Ceballos ed invece in attacco è il nulla assoluto, con due lumaconi a rincorrere invano pallone ed avversari.
Mi chiedo dove sia finito quel Mikel Arteta che spiegava come devono muoversi gli esterni alti di centrocampo, in un video che era diventato virale: quello di oggi è ultra-conservatore e si limita ad applicare la stessa strategia ad Anfield, Etihad Stadium ed Old Trafford oppure in casa contro Aston Villa, Sheffield e West Ham.
Abbiamo già qualche lumacone di troppo in campo, sarebbe pessimo averne uno anche in panchina.