
Brutto segno.
A preoccupare, al di là delle sconfitte in sé, sono le prestazioni di un Arsenal spesso irriconoscibile contro le avversarie più quotate: timide, imprecise, distratte, le ragazze di Joe Montemurro offrono quasi sistematicamente il peggio di sé, quando la posta in palio è alta.
C’è un altro aspetto poco rassicurante, nella serie di sconfitte rimediate contro le dirette concorrenti: se quelle della scorsa stagione contro Manchester City e Chelsea possono definirsi sfortunate o immeritate, quelle di quest’anno sono sberle più che sonore: contro le due squadre di Manchester non abbiamo praticamente visto il pallone, dominate da avversarie più agguerrite e meglio organizzate, mentre contro il Chelsea abbiamo giocato decentemente ma commesso troppi errori in difesa, tutti pagati a carissimo prezzo nel 4-1 finale.
L’ultima sconfitta, quella contro il Manchester United, è probabilmente quella che fà più male perché rimediata contro un avversario che, sulla carta, è un gradino sotto Chelsea, Manchester City e…Arsenal, ma ha messo in campo quella determinazione che le nostre ragazze non hanno saputo trovare.
La Women’s Super League è più competitiva che mai, quest’anno, il che significa che l’Arsenal deve cominciare a fare punti contro le proprie concorrenti, se vuole mantenere accese le speranze di lottare per il titolo: vincere contro le squadra di medio-bassa classifica non è mai stato un problema per noi, a differenza di Manchester City e Chelsea, che ora però stanno iniziando a capire come far valere le propria superiorità anche contro avversarie più chiuse e prudenti, non lasciando più punti per strada.
Questo significa una sola cosa: chi vince più scontri diretti vince il campionato. L’Arsenal sarà pronto?