In un impeto di sadomasochismo, mi sono inflitto l’inutile penitenza di riguardare la partita e provare a trovare qualche spunto interessante, mettendo in pratica gli insegnamenti di Benedetto Greco di Calcio Tactics.
IL MODULO
Pochi i cambiamenti di modulo durante la partita, anche quando Alexandre Lacazette ha sostituito Granit Xhaka: in quel frangente, Dani Ceballos e Joe Willock hanno formato la cerniera di centrocampo, con l’attaccante francese a fare da trequartista/seconda punta.
LO STILE DI GIOCO
Un grosso problema, che ha finito con l’isolare Pierre-Emerick Aubameyang e creare una voragine sulla trequarti, oltre a lasciare praterie per Neto e Traoré.

TOP & FLOP
In entrambe le occasioni, il centrocampista centrale è riuscito ad avanzare nel mezzo-spazio e imbeccare Héctor Bellerín o Kieran Tierney, inseritisi nello spazio lasciato libero dal centrocampista. Peccato non aver capitalizzato due ottime occasioni.

Purtroppo le cose che hanno funzionato si fermano qui, perché l’avversario ha avuto vita facile nel crearci grattacapi e i nostri, a livello individuale più che a livello collettivo, hanno regalato troppi spazi e troppe opzioni agli uomini di Espírito Santo.
Innanzitutto le distanze tra i reparti erano troppo ampie, soprattutto a centrocampo dove Dani Ceballos e Granit Xhaka erano regolarmente ad una decina di metri l’uno dall’altro – troppi; la pressione sul portatore di palla è stata spesso troppo blanda, come si è potuto vedere in occasione del primo gol dei Wolves: Podence riceve palla sulla trequarti e Granit Xhaka è troppo lontano, quindi il portoghese può lanciare Traoré in uno contro uno con Kieran Tierney e mettere in mezzo il pallone da cui scaturisce il gol di Neto.

Sempre in questo frangente, David Luiz commette una leggerezza facendosi attrarre dal movimento molto intelligente di Fábio Silva, che trascina il brasiliano lontano dal centro dell’area a spiana la strada al colpo di testa di Dendoncker, ribadito poi in rete da Neto.

CONCLUSIONI
Sono mancate coordinazione, comunicazione e intesa in fase di non possesso palla, mentre la fase offensiva si è limitata ad un solo schema, una sola opzione ben presto arginata dalla difesa del Wolverhampton.
Mikel Arteta, pur non brillando per scelte e tempi di reazione, è stato tradito da alcuni tra i senatori della squadra: Granit Xhaka è apparso perfino più lento del solito, David Luiz ha commesso l’ennesimo errore di posizionamento, Héctor Bellerín non ha saputo far fronte alla vivacità di Neto e davanti Pierre-Emerick Aubameyang non ha dato l’impressione di impegnarsi abbastanza per ricevere il pallone e creare pericoli; non è nel suo stile, non è il suo gioco ma il gabonese è apparso indiscutibilmente svogliato, soprattutto nel primo tempo.
Fortuna che arriva l’Europa League, giovedì, lì almeno possiamo sperare di divertirci un po’.