I recenti commenti di Mikel Arteta a proposito di Gabriel Martinelli, uno che porterà “fiducia, carisma, energia e gol”, mi hanno fatto riflettere alla possibile evoluzione tattica di questa squadra: dove li mettiamo tutti?
I vari esperimenti condotti da Mikel Arteta con Bukayo Saka e Pierre-Emerick Aubameyang hanno finito col confermare che nessuno dei due riesce ad esprimersi al meglio, lontano da quella zolla: il Bukayo Saka esterno di destra perdre imprevedibilità e penetrazione, mentre il Pierre-Emerick Aubameyang centravanti – in questo contesto tattico – resta avulso al gioco ma perde in profondità e pericolosità.
Se a questo problema, già di per sé abbastanza complicato, aggiungiamo Gabriel Martinelli – uno che ama partire palla al piede da sinistra per accentrarsi – ecco che ci ritroviamo con tre ottimi giocatori che si pestano i piedi, mentre dall’altra parte né Nicolas Pépé, né Willian, né Reiss Nelson offrono abbastanza alla manovra in termini di occasioni da gol create, assist e reti.
Non dimentichiamo inoltre le scorribande di Kieran Tierney, nel suo ruolo ibrido di centrale difensivo e terzino, e la tendenza di Granit Xhaka ad aprire il gioco proprio sulla corsia mancina, anziché cambiare versante.
Quello di oggi è un Arsenal bolscevico e prevedibile, è da tempo ormai che i nostri avversari hanno capito come disinnescare i nostri attacchi e sanno perfettamente che, bloccando la corsia di sinistra, la nostra manovra diventa improvvisamente statica.
Non che ce ne fosse davvero bisogno ma questo disequilibrio è l’ennesimo esempio di come la rosa sia stata costruita in maniera caotica, senza un piano tattico preciso e che la maggior parte degli acquisti messi a segno da Raúl Sanllehí siano stati decisi in base alla famosa rete di conoscenze del catalano, più che alle reali necessità della squadra o dell’allenatore.
Com’è possibile avere tre terzini destri e otto centrali di difesa, quando il centrocampo è così scarno da far paura? Com’è possibile spendere quasi 80 milioni per un giocatore che, per caratteristiche, non si sposa con il piano tattico?
Tutte scelte che abbiamo pagato e pagheremo ancora fino all’estate prossima, quando un buon numero di giocatori sarà svincolato o ceduto.
La speranza, ovviamente, è che l’inevitabile ricostruzione sia fatta in maniera ragionata, anziché essere lasciata in mano ai soliti agenti e guidata dai soliti amici degli amici: Edu, in primis, e Mikel Arteta hanno una grossa responsabilità e si giocano tutta la loro credibilità in questa rifondazione.
Se arriveranno tanti altri Willian, il messaggio sarà chiaro – il nostro futuro molto cupo.