Siamo oltre alle colpe e alle ripicche; siamo oltre le strategie e i sotterfugi; siamo oltre i bilanci e le plusvalenze: dobbiamo fare piazza pulita di chi non ha più a cuore le sorti del Club.
Il buon senso suggerirebbe d’iniziare da coloro i quali non saranno più nell’organico la prossima stagione e che, giocoforza, non avranno alcun interesse nel rappresentare l’Arsenal: Mesut Özil, Sokratis, Shkodran Mustafi, Dani Ceballos, Matt Macey e David Luiz.
Se per il primo è ormai lampante che non si schioderà da Londra, tutti gli altri devono essere ceduti o messi definitivamente da parte.
Il difensore greco, professionista esemplare nonostante il trattamento poco elegante, dovrebbe poter essere convinto a passare i prossimi sei mesi in un altro Club, in attesa di trovare una sistemazione definitiva una volta svincolatosi; Shkodran Mustafi, se non potrà essere ceduto, dovrà essere tolto dalle liste di Premier League ed Europa League, idealmente per fare posto a William Saliba – ammesso che il francese non venga ceduto in prestito; abbiamo così tanti difensori centrali che privarsi del tedesco non sarà un problema.
Dani Ceballos, in netta involuzione, tornerà a Madrid in estate e dovrebbe ormai aver messo una croce su una possibile convocazione per il prossimo europeo – unica ragione per la quale si è trasferito all’Arsenal – quindi non aspettiamoci che sputi sangue per la maglia: meglio dare spazio ad altri giocatori, anche se giovani, e cercare tra le nostre fila un partner accettabile per Thomas Partey da qui alla fine di questa stagione travagliata.
Matt Macey è già ai margini, superato da Rúnar Rúnarsson e tallonato da Karl Hein e Arthur Okonkwo, e dovrebbe essere ceduto, mentre per David Luiz la situazione è diversa: il brasiliano, uno dei pochi giocatori di personalità all’interno dello spogliatoio, potrebbe anche restare oltre la prossima estate.
In seconda battuta, sarebbe bene occuparsi anche di quei giocatori che vanno in scadenza l’estate prossima, come Alexandre Lacazette, Eddie Nketiah, Calum Chambers, Sead Kolašinac e Mohamed Elneny.
La logica vorrebbe che Alexandre Lacazette faccia le valigie in estate, in modo da racimolare qualche obolo, quindi sarebbe bene puntare sugli altri due, in modo da convincere Folarin Balogun a rinnovare il suo contratto e di capire di che pasta è fatto Eddie Nketiah – in vista di un rinnovo o di una cessione.
Per quanto riguarda Mohamed Elneny e Sead Kolašinac, entrambi hanno dimostrato i propri limiti oltre ogni ragionevole dubbio, quindi non dovrebbero più far parte del progetto.
Resta Calum Chambers, l’eterno ragazzino che ormai però ha quasi 26 anni e quindi tanto ragazzino non è e per il quale serve operare una scelta.
Infine, penserei anche sul lungo termine e inizierei a chiedermi attorno a quali giocatori vale la pena costruire un progetto: Granit Xhaka? Héctor Bellerín? Rob Holding? Willian?
Lo svizzero sembra quello più in bilico di tutti: in quattro anni e mezzo abbiamo avuto modo di apprezzarne le qualità e subirne i difetti e, per quanto mi riguarda, il saldo è negativo. Dovesse fare un buon Europeo con la nazionale elvetica, della quale è il leader indiscusso, io opterei per incassare il massimo possibile e investire in un centrocampista più adeguato alla Premier League, da affiancare a Thomas Partey. Il terzino spagnolo, uno dei giocatori più longevi attualmente in rosa, alterna buone prestazioni ad altre molto meno buone ma ha dalla sua un legame autentico con il Club e i suoi valori, elemento da non trascurare in una rosa priva di giocatori che sappiano realmente cos’è l’Arsenal e cosa rappresenta nel nord di Londra, in Inghilterra e nel mondo.
Di Rob Holding ho già detto in precedenza quanto il suo destino sia legato a quello di Calum Chambers e, per quanto Holdini sia un bravo ragazzo, sembra essere un difensore adatto ad altre squadre, altri modi di giocare, quindi la soluzione migliore sarebbe forse separarsi.
Willian è appeno arrivato a parametro zero, con un ingaggio faraonico e un contratto di tre anni, quindi sbarazzarsene sarà complesso: come lui, tanti altri sembrano vivere una vita fin troppo comoda all’Arsenal – tra stipendio, poche responsabilità, nessun conto da rendere e una bella vita in una delle città più interessanti in Europa – ed è forse il problema più grosso che abbiamo oggi.
L’Arsenal è come un bellissimo albergo, di quelli con la spa, il ristorante stellato e il minibar incluso, dal quale i clienti non vogliono uscire perché nessuno chiede loro di saldare il conto.
La situazione è tale ormai da non lasciarci altra scelta che pagare il conto, pur di sbarazzarci di questi clienti scomodi.