IL MODULO
A dispetto delle apparenze, quella di ieri è stata la prima volta che Mikel Arteta ha schierato questo modulo, avendo spesso preferito un 4-3-3 in diverse varianti. Il giovane prodotto di Hale End ha giocato in posizione centrale, sulla zolla occupata di solito da Mesut Özil, ma rispetto al tedesco ha partecipato attivamente alla fase difensiva – aiutando a trasformare il 4-2-3-1 in un 4-5-1, in fase di non possesso palla.
LO STILE DI GIOCO

Non è un caso che il rigore che ci ha permesso di passare in vantaggio sia nato proprio da una sovrapposizione dello scozzese, imbeccato da Gabriel Martinelli e bravo a prendere il tempo dal difensore avversario, prima di essere messo a terra.

Bene anche il corridoio di destra, anche se impiegato in maniera diversa: contrariamente a Gabriel Martinelli, Bukayo Saka non è un attaccante e quindi ha spesso occupato una posizione di trequartista, vicino ad Emile Smith-Rowe, e i due hanno combinato spesso nello stretto per attirare il pressing avversario, isolando James contro il brasiliano e il terzino scozzese.
Interessante anche il lavoro svolto da Alexandre Lacazette il quale, oltre ad aver trasformato il rigore con grande freddezza, ha lavorato duramente per la squadra e non ha passato il tempo a cercare falli inutili, sbraitare contro l’arbitro e complicare inutilmente Essenziale nel proprio modo di giocare, il francese ha offerto sponde perfette per Emile Smith-Rowe, Bukayo Saka e Gabriel Martinelli, tenendo occupati sia Thiago Silva che Kurt Zouma.

TOP & FLOP
Meno convincenti invece due elementi della squadra: Mohamed Elneny e Pablo Marí.
L’egiziano, preferito a Dani Ceballos, ha garantito la solita precisione nei passaggi (84%) ma a volte ha trattenuto troppo la sfera e ha preso qualche rischio inutile, soprattutto nel primo tempo. Lo spagnolo, invece, ha dimostrato grande maturità dopo aver preso un giallo nelle battute iniziali ma ha ingenuamente causato il rigore che, se trasformato, avrebbe riaperto una partita invece chiusa.
CONCLUSIONI
La sorpresa, semmai, è venuta dalla grande spontaneità dimostrata dai nostri in fase di possesso palla: invece della solita rete di passaggi senza lampi, abbiamo proposto una manovra più veloce e dinamica, con i giocatori pronti ad attaccare gli spazi e il proprio avversario diretto. Ciò ha generato maggiore intensità, maggiore consapevolezza e soprattutto maggiore imprevedibilità, qualità che ci sono mancate tremendamente.
Martedì, contro il Brighton, il canovaccio sarà completamente diverso e sono quindi curioso di vedere come Mikel Arteta imposterà la partita.
Per una volta, una, abbiamo anche avuto un po’ di fortuna e gli episodi chiave sono tutti volti a nostro favore: il rigore guadagnato da Kieran Tierney, la punizione sontuosa di Granit Xhaka, la parabola velenosa di Bukayo Saka e il rigore parato da Bernd Leno.
Ciò non vuol dire che non abbiamo meritato di portare a casa questa vittoria, semmai la rende ancora più dolce.