Buon per lui, buon per noi, buon per lo Schalke che lotta disperatamente per non retrocedere e che, se dovesse riuscire nell’intento, renderebbe definitivo il trasferimento del terzino alla Veltins-Arena.
Il prossimo sulla lista sarà William Saliba, che a breve dovrebbe siglare il passaggio in prestito secco al Nizza, che ha recentemente perso l’esperto difensore brasiliano Dante a causa di un infortunio al ginocchio e punterà sull’ex prodigio del Saint-Étienne per sistemare la difesa.
Due manovre atte a sfoltire una rosa troppo ampia e male assortita, alla quale servirebbero meno giocatori ma con caratteristiche ben diverse da quelle attuali.
La rosa che il Club ha messo a disposizione del tecnico sembra antiquata, composta com’è da giocatori di poco movimento, che preferiscono il pallone sui piedi e sono incapaci di saltare l’uomo, mentre il calcio di oggi prevede un moto perpetuo, una fisicità straripante e la capacità di creare la superiorità numerica.
Qualche funambolo lo abbiamo anche noi, e penso ovviamente a Nicolas Pépé, Reiss Nelson e Willian, ma ci manca l’atletismo, la potenza pura e soprattutto la cattiveria necessaria a far succedere qualcosa, dopo aver saltato l’uomo.
Impossibile non fare un paragone tra Gabriel Martinelli e Nicolas Pépé, due giocatori di fascia con stili così diversi tra loro: il brasiliano, meno educato tecnicamente, si pone il solo obiettivo di eliminare qualsiasi ostacolo gli sbarri la strada che porta all’area di rigore, mentre l’ivoriano, tecnicamente sublime, aspetta sempre l’avversario – o meglio gli avversari – quasi dimenticando che il dribbling è un mezzo e non il fine.
Lo stesso si può dire di Bukayo Saka, un’altra furia che abbatte chiunque si trovi tra lui e la porta, o di Emile Smith Rowe, l’unico centrocampista moderno che abbiamo in rosa: il suo moto perpetuo, con e senza palla, lo rende difficile da prevedere e da marcare, oltre a far saltare la struttura difensiva avversaria. Spostandosi da un versante all’altro del campo, il giovane centrocampista inglese obbliga gli avversari a compiere una scelta: attaccarlo e lasciare un buco alle spalle o lasciarlo avanzare nelle zone calde, dove la sua visione di gioco e la sua tecnica possono fare la differenza.
Ci servono altri giocatori come loro, altri calciatori moderni che uniscano qualità e quantità – soprattutto a centrocampo e sulla trequarti.
Per arrivare a questi giocatori, tuttavia, servirà innanzitutto smaltire: Sokratis sembra sul punto di rescindere il contratto e trasferirsi al Fenerbahce, Reiss Nelson e Joe Willock potrebbero partire in prestito per fare esperienza e Mesut Özil…beh, Mesut Özil non andrà da nessuna parte.
Per una volta, forse la prima negli ultimi diciotto mesi, abbiamo l’identikit del giocatore che potrebbe aiutarci a diventare una squadra migliore e soprattutto quello di chi, al giorno d’oggi, è diventato antiquato e dovrebbe essere rimpiazzato.
Sarà una ricostruzione lunga e dispendiosa ma per lo meno il progetto ora è più chiaro.
Roma non è stata costruita in un giorno ma le prime pietre prima o poi vanno posate…