Comunque vogliate chiamarlo, il suo impatto sulla nostra manovra da quando è entrato stabilmente in squadra è sensazionale: un gol e due assist in tre partite di Europa League, tre assist in cinque presenze in Premier League e 1 gol in altrettante apparizioni in FA Cup – partendo dalla panchina.
I suoi calzettoni abbassati, il suo incedere riconoscibile a prima vista e quella chioma bionda sono ormai una visione abituale e benvenuta, tuttavia preoccupa il fatto che Emile Smith Rowe sia l’unico giocatore con determinate caratteristiche attualmente a disposizione di Mikel Arteta, visti i tanti impegni ravvicinati e la ripresa dell’Europa League, prevista tra un mese.
Emile Smith Rowe ha ancora bisogno di imparare tante cose, di avere qualcuno in squadra con il quale confrontarsi e lottare per una maglia da titolare e soprattutto ha bisogno di tirare il fiato, ogni tanto.
La domanda è una: che tipo di giocatore dovremmo acquistare?
Da una parte vorrei un giocatore già formato, pronto a fare la differenza fin da subito, nel pieno delle propria maturazione e capace di trascinare la squadra verso vette più alte dell’attuale decimo posto. Tuttavia un giocatore così, oltre a costarci un patrimonio, andrebbe inevitabilmente a fare ombra al nostro piccolo gioiello: da una parte sarebbe il professionista modello dal quale trarre ispirazione, dall’altro però sarebbe un titolare automatico e relegherebbe Emile Smith Rowe ad un ruolo di comprimario e a qualche sporadica apparizione nelle diverse coppe.
D’altro canto, tarpare le ali a Emile Smith Rowe proprio ora che il giocatore sta iniziando a mostrare il proprio potenziale suona profondamente sbagliato: le qualità sono evidenti, la mentalità sembra quella giusta e il potenziale è immenso, secondo solo a quello che accompagna Bukayo Saka e Gabriel Martinelli. Se gestito bene, Emile Smith Rowe potrebbe davvero diventare un elemento importante per la squadra, sia nell’immediato che in futuro, e continuare la grande tradizione della nostra Academy.
Gestirlo bene vorrebbe dire anche affiancargli una figura che possa aiutarlo a progredire tatticamente e tecnicamente, oltre a sostituirlo quando Emile Smith Rowe avrà bisogno di riposo o attraverserà un momento di scarsa forma.
Un giocatore più esperto potrebbe aiutarlo a leggerle al meglio determinate situazioni, soprattutto quando gli avversari cominceranno a marcarlo più stretto e considerarlo uno di quelli da tenere d’occhio, e fare da chioccia al giovane rampollo, senza però limitarne l’impiego da parte di Mikel Arteta. L’aspetto che mi convince meno, in questo scenario, sarebbe il fatto di accettare di avere un giocatore buono, se non addirittura mediocre, dopo che per anni abbiamo dovuti sopportarne fin troppi. Idealmente, avrei voluto che Mesut Özil fosse quel giocatore, quel mèntore in grado d’insegnare qualche trucchetto del mestiere senza però rubargli la scena, ma non è stato così – e forse è un bene.
La soluzione ideale, se avessi la famosa bacchetta magica, sarebbe un giocatore tra i 24 e i 30 anni, già acclimatato alla Premier League e con una buona esperienza in Champions League o Europa League, che abbia in sé le qualità per arrivare al livello superiore; nel mio mondo favoloso, Edu e la sua squadra avrebbero già stilato una lista di giocatori che stanno per esplodere ma rimasti ancora sotto traccia, sulla falsariga di quanto fatto dal Liverpool con i vari Andrew Robertson, Sadio Mané, Georginio Wijnaldum o Diogo Jota.
Magari abbiamo già una lista così e l’argentino Emiliano Buendía del Norwich, di cui si parla con insistenza, potrebbe essere quel tipo di giocatore; forse Marcel Sabitzer del Lipsia è quel tipo di giocatore o forse ce ne sono tanti altri e non lo sappiamo ancora.
Emile Smith Rowe si è guadagnato il diritto di essere il presente e il futuro della squadra ma non deve essere elevato a ruolo di salvatore della patria e ha quindi diritto ad avere una controfigura, un compagno, un mèntore e un rivale con il quale confrontarsi.
È una delle scelte più difficili da fare, una delle decisioni che avrà l’impatto più pesante sulle fortune del Club e certamente sia Edu che Mikel Arteta saranno giudicati sulla base di come rinforzeranno la rosa.