Contro il Manchester United, sabato sera, abbiamo avuto fortuna.
Se Cavani avesse centrato lo specchio della porta come avrebbe dovuto, nemmeno il Super Leno che stiamo ammirando da qualche settimana avrebbe potuto salvarci e il Manchester United sarebbe tornato a casa con tre punti pesantissimi.
Invece quel pallone capitato sui piedi dell’uruguaiano è andato a morire a lato della nostra porta e la partita è finita con un giusto pareggio.
Qualcuno di voi potrebbe obiettare che la punizione di Alexandre Lacazette finita sul palo e il piedone di Maguire a bloccare un gol sicuro di Nicolas Pépé siano stati episodi sfortunati ma l’occasione avuta da Edinson Cavani è un’altra cosa: parliamo un pallone calciato da pochi passi, quasi senza marcatura, con il portiere già fuori causa – un pallone che 999 volte su 1’000 finisce in fondo al sacco, anche se calciato male o deviato.
Abbiamo bisogno di questa buona stella, abbiamo bisogno che le cose girino un po’ a nostro favore perché, in questa disperata rincorsa ad un posto in Europa che sembrava definitivamente fuori portata un mese fa, non basteranno le nostre qualità e le nostre energie.
Nei prossimi 27 giorni giocheremo 7 partite tra Premier League e Europa League, in media una ogni 4 giorni, tutte complicate: per cominciare, domani andiamo a casa dei Wolves, poi dovremo affrontare l’Aston Villa in trasferta, il Leeds in casa, due volte il Benfica intervallate dal Manchester City in casa ed infine il Leicester in trasferta.
Dovremo cercarlo e stimolarlo, questo “fattore C”, e sperare di riuscire ad ottenerlo perché senza saremo perduti.
Quello stesso Cul de Sac che ha accompagnato Arrigo Sacchi e tutti gli allenatori vincenti della storia del fùtbol.