Alla Riscossa!

Non sono settimane facili per i nostri colori.
La classifica piange, l’infermeria si riempie e i dubbi prendono il sopravvento.
Come ne usciamo?

Le due sconfitte esterne contro Wolves e Aston Villa, immeritate, hanno spento sul nascere il tentativo di rimonta iniziato dopo la vittoria interna contro il Chelsea nel Boxing Day, in seguito alla quale era iniziato un filotto di risultati positivi e prestazioni convincente lungo abbastanza da permetterci di tornare a sperare.

Mikel Arteta e i suoi sono ormai fermi a metà classifica, forse irrimediabilmente, e sono alle prese con gli infortuni di Thomas Partey e Kieran Tierney, due elementi fondamentali per la nostra manovra.

Le buone notizie non mancano, dalla ritrovata vena di Nicolas Pépé al debutto di Martin Ødegaard passando per le prestazioni di Emile Smith Rowe e Bukayo Saka, ma gli ultimi risultati pesano come macigni e le attuali difficoltà di giocatori chiave come Pierre-Emerick Aubameyang e Héctor Bellerín non aiutano a vedere il bicchiere mezzo pieno.

Sull’altro fronte, la scoppola rimediata dalla squadra di Joe Montemurro contro il Chelsea ci ha lasciati barcollanti, con la classifica che ci vede in netto ritardo per una corsa ad un posto in Champions League e il primo posto che è diventato un miraggio.

L’Arsenal Women, la squadra più vincente d’Inghilterra e l’unica britannica ad aver mai alzato al cielo la Champions League, non sa più vincere: pareggio con il Reading, sconfitta interna contro il Manchester City e sconfitta esterna contro il Chelsea. Nell’aria aleggia lo spettro di un ridimensionamento, Vivianne Miedema e Leah Williamson esitano a prolungare i propri contratti e la squadra non (si) diverte più a giocare, come solo l’Arsenal sapeva fare.

La scintilla, che si parli della squadra maschile o di quella femminile, sembra essersi spenta.
La fiamma che ci ha animati fino a qui, quella che ci aveva permesso di credere in una stagione di successo, è molto debole e, se non stiamo attenti, rischia di estinguersi.

È tempo di reagire, Gooners!

È il momento di rimboccarsi le maniche, chi sul campo, chi alla lavagna, chi davanti alla televisione e di tornare a crederci.

In fondo, Pierre-Emerick e i suoi sono gli stessi visti contro il Chelsea, contro il Southampton, contro il Newcastle, contro il West Brom e nel primo tempo della partita al Molineux; siamo ancora la squadra che ha trovato la quadratura del cerchio con il 4-2-3-1 e sa giocare a calcio, segnare e vincere. Non possiamo lasciarci abbattere da due sconfitte, per quanto inattese e soprattutto evitabili: la classifica sarà quel che sarà ma possiamo ancora guadagnare qualche posizione, far sentire la nostra minacciosa presenza a chi ci sta davanti e approfittare di un eventuale scivolone. C’è ancora l’Europa League da giocare, anche se non sappiamo dove; c’è tanto per cui lottare ed entusiasmarsi, non è tempo di arrendersi.

In fondo, l’Arsenal è ancora la squadra che può permettersi di schierare Vivianne Miedema, Caitlin Foord, Jordan Nobbs, Daniëlle van de Donk, Kim Little, Beth Mead, Jill Roord, Lia Wälti e Leah Williamson, giocatrici capaci di cambiare da sole il corso di una partita. Saremo anche quarti in classifica e avremo forse qualche problema di autostima ma siamo l’Arsenal, siamo la squadra che sa far girare il pallone meglio di tutte e che gioca il miglior calcio di tutte, quando concentrato e motivato.

La qualità, da una parte come dall’altra, c’è.

Forse non è il nostro miglior momento di forma ma, come diceva un vecchio saggio ma testardo, form is temporary, class is permanent.

Proviamo a ricordarcelo, quindi: noi siamo l’Arsenal!

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