Il Fattore Campo NON ESISTE

L’uno a uno in trasferta, di solito considerato un buon risultato, lascia però vagamente delusi. Perché?
In tempi normali, un risultato positivo con gol  in trasferta è sempre benvenuto; questo uno a uno, quindi, non dovrebbe lasciarmi così preoccupato per la gara di ritorno.

Il fatto è che continuo a pensare al fattore campo come ad un vantaggio, mentre la realtà racconta che l’ago della bilancia sono i gol segnati in trasferta.

Sarà che giocheremo ad Atene, casa dell’Olympiacos; sarà che ieri avremmo potuto e dovuto osare di più; sarà che la delusione per l’eliminazione dalla scorsa edizione dell’Europa League, per mano dell’Olympiacos (!), è ancora cocente ma non riesco ad essere particolarmente ottimista.

Quel misero gol di ieri sera è troppo poco per considerarlo un vantaggio e il fatto di aver pareggiato equivale ad una sconfitta, al giorno d’oggi.

Il Benfica, giovedì prossimo, non si lancerà all’attacco per recuperare il gol messo a segno da Bukayo Saka ma giocherà con calma, senza scoprirsi, in attesa di una situazione favorevole in contropiede o su calcio piazzato.
I portoghesi, come l’Olympiacos l’anno scorso, si sbilanceranno solo nei minuti finali o nel caso in cui dovessero incassare almeno due gol nelle battute iniziali; anche un nostro gol a freddo, infatti, non cambierebbe gli equilibri della partita: con un gol, il Benfica riporterebbe la contesa in perfetta parità.

Ieri sera Mikel Arteta ha fatto la scommessa di schierare la miglior formazione possibile, quella reduce da un roboante 4-2 contro il Leeds, e l’ha persa – o quanto meno non l’ha vinta: il pareggio esterno di Roma lascia aperte tutte le possibilità, anche per un Benfica apparso molle, passivo e male organizzato in fase difensiva.

Non aver punito gli errori dei portoghesi mi lascia molto preoccupato, da una parte perché il vecchio adagio calcistico dice che certe occasioni mancate si pagano, dall’altra perché il fattore campo ormai non esiste più.

 
Al di là delle condizioni attuali, con gli stadi vuoti e l’ambiente ovattato imposto dal Covid-19, giocare in casa non è più il vantaggio che era qualche lustro fa: allenatori e giocatori sanno che la qualificazione si gioca sulle due partite e quindi non ci sono più scenari di arrembaggio contro barricate, perché nessuno vuol prendersi il rischio di venire virtualmente eliminati dopo la prima gara.
Fatta eccezione per le sfide nelle quali una squadra è nettamente superiore all’altra, in genere tutte le doppie sfide si decidono al ritorno, indifferentemente da chi gioca in casa e chi gioca in trasferta e la compagine ospite parte con il vantaggio del potenziale gol in trasferta.


A fare la differenza, quindi, è la capacità dell’una o dell’altra squadra di capitalizzare le occasioni create.

Se ricordate il doppio confronto con l’Olympiacos della stagione scorsa, all’andata abbiamo vinto per uno a zero ma abbiamo sprecato tanto, poi al ritorno abbiamo controllato senza patemi, prima d’incassare un gol da calcio piazzato. Da quel momento la partita è diventata molto più incerta di quanto avrebbe dovuto essere, tenendo conto delle due prestazioni e il finale, amarissimo, ha visto l’Olympiacos qualificato senza grossi meriti – se non quello di aver concretizzato meglio di noi.

In quella che è stata l’ultima partita di un calcio normale, con l’Emirates Stadium pieno e la gente accalcata per sostenere la squadra, a pesare quindi non è stato il fattore campo quanto l’obsoleta regola dei gol in trasferta, introdotta per invitare le squadra ospiti ad osare un po’ di più.

Sappiamo tutti quante volte abbiamo pagato questa regola, in passato, e rischiamo di pagarla ancora per la nostra incapacità di trarne un vantaggio: ieri sera, all’Olimpico di Roma, avremmo dovuto attaccare con maggiore convinzione e soprattutto finalizzare meglio le tre nitidissime occasioni da gol create, tutte capitate sui piedi di Pierre-Emerick Aubameyang.

Pur senza offrire nulla di trascendentale, abbiamo messo sotto pressione il Benfica e fatto il necessario per vincere con un margine sufficiente ad immaginare un certo turnover per la partita di ritorno, mentre ora ci ritroviamo a dover fare i conti con una gara di ritorno che si annuncia molto tesa, prima della quale dovremo affrontare quella che è, al momento, la squadra più in forma al mondo.

A causa della nostra imprecisione e delle nostre esitazioni, non siamo stati in grado di obbligare Juan Jesus ad immaginare un piano tattico azzardato, per la gara di ritorno, e quindi sbilanciare la sfida in nostro favore.

Un solo gol in trasferta è troppo poco per essere considerato un vantaggio, dovremo giocare la gara di ritorno consapevoli che abbiamo un solo risultato a disposizione, la vittoria.

Il fattore campo non esiste.

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