Sarà che giocheremo ad Atene, casa dell’Olympiacos; sarà che ieri avremmo potuto e dovuto osare di più; sarà che la delusione per l’eliminazione dalla scorsa edizione dell’Europa League, per mano dell’Olympiacos (!), è ancora cocente ma non riesco ad essere particolarmente ottimista.
Quel misero gol di ieri sera è troppo poco per considerarlo un vantaggio e il fatto di aver pareggiato equivale ad una sconfitta, al giorno d’oggi.
Ieri sera Mikel Arteta ha fatto la scommessa di schierare la miglior formazione possibile, quella reduce da un roboante 4-2 contro il Leeds, e l’ha persa – o quanto meno non l’ha vinta: il pareggio esterno di Roma lascia aperte tutte le possibilità, anche per un Benfica apparso molle, passivo e male organizzato in fase difensiva.
Non aver punito gli errori dei portoghesi mi lascia molto preoccupato, da una parte perché il vecchio adagio calcistico dice che certe occasioni mancate si pagano, dall’altra perché il fattore campo ormai non esiste più.
A fare la differenza, quindi, è la capacità dell’una o dell’altra squadra di capitalizzare le occasioni create.
Se ricordate il doppio confronto con l’Olympiacos della stagione scorsa, all’andata abbiamo vinto per uno a zero ma abbiamo sprecato tanto, poi al ritorno abbiamo controllato senza patemi, prima d’incassare un gol da calcio piazzato. Da quel momento la partita è diventata molto più incerta di quanto avrebbe dovuto essere, tenendo conto delle due prestazioni e il finale, amarissimo, ha visto l’Olympiacos qualificato senza grossi meriti – se non quello di aver concretizzato meglio di noi.
In quella che è stata l’ultima partita di un calcio normale, con l’Emirates Stadium pieno e la gente accalcata per sostenere la squadra, a pesare quindi non è stato il fattore campo quanto l’obsoleta regola dei gol in trasferta, introdotta per invitare le squadra ospiti ad osare un po’ di più.
Sappiamo tutti quante volte abbiamo pagato questa regola, in passato, e rischiamo di pagarla ancora per la nostra incapacità di trarne un vantaggio: ieri sera, all’Olimpico di Roma, avremmo dovuto attaccare con maggiore convinzione e soprattutto finalizzare meglio le tre nitidissime occasioni da gol create, tutte capitate sui piedi di Pierre-Emerick Aubameyang.
Pur senza offrire nulla di trascendentale, abbiamo messo sotto pressione il Benfica e fatto il necessario per vincere con un margine sufficiente ad immaginare un certo turnover per la partita di ritorno, mentre ora ci ritroviamo a dover fare i conti con una gara di ritorno che si annuncia molto tesa, prima della quale dovremo affrontare quella che è, al momento, la squadra più in forma al mondo.
A causa della nostra imprecisione e delle nostre esitazioni, non siamo stati in grado di obbligare Juan Jesus ad immaginare un piano tattico azzardato, per la gara di ritorno, e quindi sbilanciare la sfida in nostro favore.
Il fattore campo non esiste.