Poche cose raccontano bene una persona quanto un album di foto.
Se si osserva, anziché guardare e sfogliare, si possono indovinare alcuni tratti della personalità della persona ritratta – o almeno divertirsi a farlo.
Nelle foto che ritraggono Vivianne Miedema c’è sempre qualcosa di speciale, così come ogni volta in cui scende in campo; è difficile trovare gli aggettivi giusti per spiegare come mai l’olandese si porta addosso un’aura diversa da quella di tutte le superstar del calcio – maschile o femminile che sia. Pur appartenendo in pieno alla categoria, Vivianne Miedema non viene considerata alla stregua di Ada Hegerberg o Pernille Harder, solo per citare gli esempi più scontati, almeno per quanto riguarda la copertura mediatica o la popolarità.
Il campo parla per Vivianne, quindi immagino che il contorno conti poco: tra Heerenveen, Bayern Monaco e Arsenal, l’olandese ha disputato 243 partite e messo a segno 209 gol, accumulato 93 presenze con la maglia della nazionale olandese con 71 reti all’attivo e stabilito una serie infinita di record, tra cui l’incredibile totale di sei gol e quattro assist nella stessa partita.
Già, perché Viv non è solo quella che segna caterve di gol: la stagione passata, infatti, oltre al titolo di capocannoniere ha portato a casa anche quello di migliore assist-woman. Se fosse solo una macchina da gol, il suo profilo non sarebbe poi così interessante, ma Vivianne Miedema è talmente completa nel suo approccio da diventare inarrestabile. Da sola, è in grado d’indirizzare la partita con movimenti sublimi, passaggi smarcanti e letture geniali delle situazioni di gioco, molto più in fretta di tante compagne e avversarie. In un video con le sue migliori giocate, la vediamo segnare di destro, di sinistro e di testa; di potenza e in maniera raffinata; la vediamo smarcarsi come solo i grandi attaccanti sanno fare e la vediamo pescare gli inserimenti delle compagne come solo i grandi rifinitori sanno fare.
Perché, allora, Vivianne Miedema non è il volto globale del calcio femminile?
Qui torniamo all’album di foto e alla personalità schiva di Vivianne Miedema; per certi versi, l’olandese ricorda un suo connazionale, anche lui calciatore, anche lui attaccante completo, anche lui bravino: Marco van Basten. In un campionato che annoverava personalità esuberanti come Diego Armando Maradona, Ruud Gullit e Roberto Mancini, la stampa accusava spesso l’olandese di essere freddo, distaccato, quasi arrogante. Pochi sorrisi, nessun vezzo, una cortese riservatezza ed ecco che Marco van Basten, il Cigno di Utrecht, era diventato algido – un modo educato di dire antipatico.
Entrambi schivi, entrambi incredibilmente bravi nel proprio mestiere, entrambi molto più che centravanti.
In un mondo normale, Vivianne Miedema sarebbe la protagonista assoluta di ogni pubblicità, evento, kermesse ideata per promuovere il calcio femminile, ed invece è quasi sempre in secondo piano. Anche quando l’UEFA decide di distribuire qualche premio, il suo nome non è automaticamente tra le candidate, come dovrebbe essere.
Tutta “colpa” del suo essere perfettamente normale e non voler mai mettersi in mostra, anche se ne avrebbe motivo; tutta “colpa” di quel suo andare sempre e solo all’essenziale, da non confondersi con la semplicità: a volte il modo più facile per fare gol è un pallonetto da fuori area e allora bisogna provarlo, quel pallonetto. Non sarà semplice ma è la soluzione più efficace per gonfiare la rete e, statene certi, Vivianne Miedema quel pallonetto lo proverà (…e quasi sicuramente le riuscirà).
Scorrendo le foto di Vivianne Miedema, molte la ritraggono seria, se non imbronciata, e non è raro non vederla esultare dopo un gol, una reazione spesso scambiata per arroganza ma che in realtà racconta bene chi è questa giovane olandese: perché esultare per il gol del quattro, cinque o sei a zero? In fin dei conti, la vittoria è già in tasca quindi quel gol, tecnicamente, è superfluo.
Questo suo modo di fare (o di essere…), unito alla facilità con la quale continua a produrre numeri sensazionali, contribuisce alla clamorosa sottovalutazione generale di Vivianne Miedema: sembra quasi che, siccome ogni anno segna e fa segnare più di qualsiasi altra giocatrice, sia tutto troppo facile e quindi valga meno, agli occhi di chi valuta e giudica.
Come Marco van Basten, Vivianne Miedema sembra avere la mente fredda e il cuore caldo e per questo tratto della sua personalità continua ad essere crudelmente sottovalutata.
L’olandese, in risposta ad una domanda di un giornalista olandese, ha detto di “essere fiera della sua carriera e di averne tutti i motivi”: come darle torto? Difficile, ad appena 24 anni, aver fatto meglio di Viv e se gli altri non se ne accorgono, peggio per loro.
In questo caso non serve l’album di foto per capire quanto sia luminoso il talento di Vivianne Miedema, bastano gli algidi numeri di qualsiasi archivio.