La verità è che domani giochiamo la prima metà di una doppia sfida degli ottavi di Europa League, altro che partita dell’anno: quella, semmai, potrebbe essere la gara di ritorno all’Emirates ma vorrebbe dire che abbiamo steccato alla grande, all’andata…
In conferenza stampa, Mikel Arteta ha risposto alla scontatissima domanda sull’eventuale senso di “vendetta” dopo l’eliminazione della scorsa stagione, arrivata in maniera crudele ma non del tutto immeritata.
Mikel, permettimi di dissentire.
Ripensando proprio a quelle due partite, ad emergere sono gli stessi identici problemi che ci impediscono di fare quel salto di qualità che aspettiamo con ansia.
È vero, esprimiamo un calcio migliore rispetto alla scorsa stagione e sicuramente siamo meno dipendenti dal contropiede ma, quando riguardo la doppia sfida con l’Olympiacos, vedo il solito Arsenal.
All’andata abbiamo vinto uno a zero e sprecato più di un’occasione per chiudere definitivamente i conti; al ritorno abbiamo commesso un errore individuale in difesa e poi sprecato un’occasione d’oro davanti alla porta avversaria.
In che modo l’Arsenal di oggi, quello che ha regalato la partita al Wolverhampton, all’Aston Villa e al Burnley (due volte), è migliore di quello che è stato eliminato dall’Olympiacos?
In che modo gli errori di David Luiz al Molineux, Cédric a Villa Park e Granit Xhaka a Turf Moor sono diversi da quello di Bernd Leno all’Emirates Stadium?
In che modo l’imprecisione di Bukayo Saka, Pierre-Emerick Aubameyang e Nicolas Pépé è diversa da quella che ha sancito l’eliminazione dall’Europa League 2019/20?
Non mi piace fare il pessimista ad ogni costo ma è importante non perdere di vista la realtà – che è ben diversa dalla nostra immaginazione: questo Arsenal, per come sta giocando da Natale ad oggi, avrebbe dovuto vincere molte più partite di quante ne ha effettivamente portate a casa e sicuramente dovrebbe stare in una posizione di classifica più gratificante ma, in realtà, è inchiodato alla decima posizione e continua a darsi la zappa da solo con impressionante regolarità.
In un mondo normale avremmo dovuto vincere facilmente contro Wolves, Aston Villa e Burnley ma nella dura realtà abbiamo rimediato due pareggi e una sconfitta e non possiamo che arrabbiarci con noi stessi: il VAR e gli arbitri ci hanno messo del loro, indubbiamente, ma in ognuna di quelle partite avevamo fatto abbastanza per vincere comunque, al di là degli episodi.
Non c’è niente da vendicare, domani, perché l’Olympiacos non ci ha rubato nulla la scorsa stagione: all’andata hanno mantenuto aperta la qualificazione nonostante le difficoltà; al ritorno si sono difesi con ordine, hanno segnato su calcio piazzato e poi hanno approfittato di un nostro errore.
L’Olympiacos l’anno scorso ha fatto esattamente quel che doveva fare (così come il Benfica nel turno precedente) e noi abbiamo fatto esattamente quello che facciamo ogni volta: metterci nei guai da soli.
Se proprio vogliamo vendicare qualcosa, domani sera, proviamo a vendicare la nostra estenuante stupidità.