Giù il cappello quindi davanti a Mikel Arteta, Alexandre Lacazette, Granit Xhaka, Nicolas Pépé e tutti gli altri, che erano attesi al varco dopo una gara di andata sprecata malamente.
Tutti, dal manager in panchina agli undici in campo, sono stati impeccabili e hanno smantellato una squadra, lo Slavia Praga, che fino a qui era stata quadrata, solida, intraprendente e capace di eliminare avversari ben più quotati.
Sia all’andata che al ritorno, l’allenatore dello Slavia Praga ha sottolineato come i suoi non siano stati capaci di giocare il loro calcio collaudato e non si può che riconoscere il merito di ciò al lavoro di Mikel Arteta, tradotto perfettamente sul campo dai suoi giocatori.
Serate così fanno bene all’autostima e alla convinzione della squadra, perché ribadiscono come questa squadra possa essere ben più competitiva dell’attuale nono posto in classifica, e rimettono in prospettiva alcuni risultati ottenuti di recente.
La serata di ieri ci ha anche permesso di fare chiarezza su alcuni giocatori, rimescolando gerarchie che sembravano acquisite: Calum Chambers e Pablo Marí continuano a convincere più di Héctor Bellerín e Gabriel, mentre Emile Smith Rowe si è rivelato essere l’ingranaggio indispensabile per rendere il reparto offensivo meno statico e più imprevedibile: se i compagni di squadra Bukayo Saka, Nicolas Pépé e Martin Ødegaard fanno spesso la differenza con il pallone tra i piedi, il grosso del lavoro del giovane centrocampista inglese non prevede il pallone e destabilizza completamente la fase difensiva avversaria.
Ieri sera, contro un avversario che predilige una marcatura a uomo quasi a tutto campo, Emile Smith Rowe si è portato a spasso il proprio dirimpettaio aprendo varchi per Nicolas Pépé e Alexandre Lacazette, oppure si è fatto vedere in zone nelle quali nessuno degli avversari si aspettava di vederlo, cogliendo così di sorpresa la retroguardia dello Slavia Praga.
Quando disponibile, quindi, quello di Emile Smith Rowe dovrebbe essere il primo nome sulla formazione di Mikel Arteta, che sia in posizione di trequartista o da esterno con licenza di accentrarsi e combinare con i compagni, dato il suo profilo unico.
In chiusura, due parole su Alexandre Lacazette, il giocatore più criticato dopo la partita di andata: quando attorno a lui ci sono giocatori capaci di attaccare la profondità e andare alla conclusione, è un centravanti di gran livello: bravo tra le linee, capace di pescare gli inserimenti dei compagni grazie al suo piede destro ben educato, il francese ha la padronanza tecnica e le dedizione di giocare per la squadra e creare spazi per i compagni, anziché fare semplicemente da terminale offensivo.
Assaporiamo la bella vittoria di ieri sera e aspettiamo di vedere quale Arsenal scenderà in campo nelle prossime partite: ad attenderci ci sono il Fulham, l’Everton e poi il Villarreal del señor Unai Emery, che tornerà all’Emirates Stadium per la prima volta da avversario.
Una serata da ricordare, proprio quando probabilmente non ce l’aspettavamo.