La Superlega Europea è durata meno di un battito di ciglia e il sogno di Florentino Pérez di “salvare il calcio” è svanito, ridotto in briciole dalle proteste dei tifosi ma soprattutto dal fatto di essere stata progettata da un branco di vecchi affaristi senza una vera strategia.
Mano a mano che emergono i dettagli, viene fuori tutta la pochezza di questo gruppo di arrivisti giurassici, capaci solo di millantare un progetto galattico senza avere i fondi, gli sponsor, un piano di comunicazione e nemmeno l’assenso di quelli che sarebbero dovuti essere gli attori principali.
La famigerata e detestata European Super League sarà anche finita qui ma tutte le problematiche legate alle competizioni europee restano, oltre ovviamente alla situazione dell’Arsenal inteso come Club: i nodi da sciogliere sono ancora tantissimi e non è detto che alcuni di questi problemi possano davvero essere risolti.
Prima di guardare in casa di UEFA e FIFA iniziamo col dare un’occhiata in casa nostra, dove la situazione è drammatica: dopo l\’annuncio della fondazione della European Super League, domenica sera, l’Arsenal è andato in silenzio radio fino a ieri sera – TRE GIORNI DOPO – quando uno scarno comunicato annunciava la rinuncia alla nuova competizione continentale.
Nessuno, all’interno del Club, si è esposto per spiegare, giustificare, porgere delle scuse o prendersi la benché minima responsabilità per le 72 ore più caotiche degli ultimi anni.
Silent Stan ha mantenuto fede al suo soprannome e non ha proferito parola, così come tutta la KSE, il nostro Amministratore Delegato, il Direttivo e i portavoce del Club.
Silenzio assoluto e assordante.
Chi non è rimasto in silenzio sono stati i tifosi, dell’Arsenal e non solo, che hanno fatto sentire la propria voce e partecipato in maniera determinante allo spettacolare crollo di questo strambo progetto; le proteste davanti all’Emirates Stadium sono iniziate nel pomeriggio di ieri e si ripeteranno venerdì, quando la squadra affronterà l’Everton: l’obiettivo ovviamente non sono né i giocatori, né Mikel Arteta ma la famiglia Kroenke e la KSE, ai quali viene chiesto di fare le valigie e sparire per sempre da Islington.
Se non ho mai criticato la scelta della KSE di rendere l’Arsenal un modello autonomo dalle finanze della famiglia Kroenke, rifiutando di aprire il portafoglio come fanno gli Abramovich e i Mansour d’Europa, non posso perdonare l’alto tradimento di cui si sono resi colpevoli scegliendo di svendere il Club e noi tifosi in cambio di un posticino in una competizione posticcia come la European Super League.
La famiglia Kroenke, la KSE, Tim Lewis e Vinai Venkatesham devono rompere qualsiasi legame con l’Arsenal al più presto.
Per quanto riguarda FIFA e soprattutto UEFA, possono tenersi stretti i loro moralismi.
La riforma della Champions League, già approvata, entrerà in vigore nel 2024 e promette di essere fin troppo simile alla European Super League, con inviti distribuiti a due Club “d’élite” che non fossero riusciti a qualificarsi e il numero di partecipanti esteso a 36 squadre, il che significa ancora più partite da giocare, come se il calendario non fosse già fin troppo denso.
Non si può combattere un’idea marcia come quella della European Super League con un’altra leggermente meno marcia, illudendosi che sia la soluzione migliore perché genera più introiti: sembra assurdo a dirsi ma la pandemia ha generato una sorta d’indigestione di calcio e molti tifosi sembrano averne abbastanza di partite ad ogni ora di ogni giorno.
Inoltre, a causa dell’Europeo itinerante dell’estate prossima saremo a due stagioni giocate senza una vera sosta e senza una vera preparazione per i giocatori, che si allenano o scendono in campo in maniera ininterrotta da un anno intero.
Serve una riforma globale del sistema, che tuteli i giocatori e permetta ai tifosi di godersi di nuovo le partite, in TV ma soprattutto allo stadio, non appena la situazione sanitaria europea lo permetterà.
Serve una riforma vera, coraggiosa, pensata per i due attori principali di questa commedia ormai tragicomica: i giocatori e noi tifosi.
Tocca a voi, presunti custodi morali dell’Arsenal e del mondo del calcio.