Mister Spotify alla riscossa!
Una trovata pubblicitaria secondo alcuni, un interesse reale secondo altri ma resta il fatto che la famiglia Kroenke non sembra interessata a vendere se non davanti ad un’offerta “astronomica”, come l’ha definita David Ornstein su The Athletic.
La cautela è d’obbligo in questi casi, per svariate ragioni: Daniel Ek, questo il nome dell’imprenditore, è svedese e ha sempre dimostrato di avere un certo fiuto per gli affari ma resta una vera incognita, con un patrimonio nemmeno lontanamente comparabile a quello della famiglia Kroenke, di Abramovich o di Mansour.
Dalla sua, Daniel Ek ha l’amore dichiarato e quasi ossessivo per l’Arsenal e avrebbe l’appoggio di tre uomini che qualcosina del Club conoscono e che quindi potrebbero guidarlo: sarebbe abbastanza? Non sono sicuro.
Un potenziale passaggio di mano della società verso la cordata guidata da Mister Spotify sarebbe quindi un bel salto nel buio ma potrebbe riverlarsi una bella sorpresa: la débâcle della European Super League ha spinto la KSE lontanissima dai tifosi, ormai in aperta rottura con la proprietà, e ha dimostrato inequivocabilmente che gli americani non hanno alcun interesse verso la crescita sportiva del Club, limitandosi a quella economica, sull’altare della quale sono pronti a sacrificare tutto e tutti.
La storia ci ha già dimostrato che la KSE non è disposta a versare nemmeno un centesimo per migliorare la squadra e il recente passato ci ha mostrato che, quando si tratta di scegliere le persone da mettere nei posti chiave del Club, la famiglia Kroenke ha un pessimo gusto: Ivan Gazidis ha fatto più danni della grandine, Raúl Sanllehí ha fatto scappare Sven Mislintat e Unai Emery, il risultato di questo triste esperimento, è stato ampiamente aiutato a fallire miseramente nella sua missione, già di per sé impossibile, di assicurare una transizione dolce ed efficace per il dopo-Wenger.
Alla luce di tutto ciò, cos’abbiamo da perdere passando da una proprietà distante e oggettivamente incapace alla cordata di Mister Spotify?
Flo & i suoi amici
Una buona notizia, con il centravanti che va a rimpinguare una bella lista di giocatori giovani e promettenti che hanno deciso di legarsi all’Arsenal: Bukayo Saka, Gabriel Martinelli, Kieran Tierney e Gabriel – ai quali dovrebbe aggiungersi a breve anche Emile Smith Rowe.
Se Mikel Arteta riuscirà a trovare la formula magica, avremo la possibilità di concentrare i nostri sforzi (economici) di mercato in aree e ruoli ben precisi, risparmiando così un bel po’ di soldi: l’esplosione di Bukayo Saka e Emile Smith Rowe ci ha già permesso di evitare altri investimenti pesanti “alla Pépé”, Folarin Balogun e Gabriel Martinelli potrebbero risparmiarci un altro Alexandre Lacazette e permetterci così di spendere tanto (e bene, se possibile) per affiancare un gran centrocampista a Thomas Partey e trovare un ottimo terzino destro.
L’orizzonte, per l’Arsenal, è il 2023, quando i contratti di questi giocatori arriveranno vicini alla scadenza e dovranno decidere se restare o andarsene: se il manager e il Club saranno stati bravi nei loro ruoli, a quel punto l’Arsenal sarà un Club competitivo e la loro permanenza sarà l’opzione più probabile. Se invece, al contrario, saremo ancora impantanati nell’anonimato dell’Europa League e la parte medio-alta della classifica di Premier League, ognuno di loro cercherà gloria altrove, lasciandoci con il rimpianto e il senso di colpa di aver sprecato una generazione intera di grandi talenti, cresciuti in casa e costretti a cercare il successo con un’altra maglia addosso.