Ventiquattr’ore e poco più, eppure sembra una vita intera.
Domani sera, all’Emirates Stadium, ci giochiamo l’accesso alla finale di Europa League, dove ad aspettarci ci sarà il Manchester United.
Prima di pensare a Danzica e ai Red Devils di Ole Gunnar Solskjaer, dobbiamo preoccuparci del Villarreal di Unai Emery, che all’andata ha vinto due a uno ma non ha saputo chiudere i conti, o forse non ha avuto il coraggio di farlo.
Mi viene in mente la semifinale del 2018, contro l’Atletico Madrid, quando abbiamo giocato quasi tutta l’andata in superiorità numerica e, dopo essere andati in vantaggio,ci siamo fatti recuperare a pochi secondi dalla fine. Un errore che abbiamo pagato carissimo, perdendo la gara di ritorno e vedendo svanire la possibilità di giocarci la finale contro l’Olympique Marseille – triturato dalla squadra di Simeone con un secco tre a zero.
Provo ad attaccarmi a quel gol segnato in trasferta con tutta la forza possibile ma non riesco ad essere particolarmente ottimista, nonostante sulla panchina degli avversari sieda il tecnico probabilmente più codardo d’Europa. Facciamo troppa fatica a creare occasioni da gol, soprattutto in casa, e non possiamo nemmeno schierare la nostra formazione migliore in quella che sarà la sfida più importante di quest’anno e di quelli a venire, quindi sono molto preoccupato.
Nonostante le foto di Kieran Tierney e Alexandre Lacazette che partecipano alla seduta di allenamento con il resto del gruppo, nessuno dei due sarà al 100% così come non lo è Pierre-Emerick Aubameyang, mentre David Luiz è in forte dubbio dopo essere uscito anzitempo contro il Newcastle.
Sarà un Arsenal rimaneggiato, sarà un Arsenal chiamato alla grande impresa e sarà soprattutto un Arsenal che dovrà farsi violenza per non cadere nei soliti errori – individuali e collettivi – visti contro Fulham e Everton: in questo senso, sarà Mikel Arteta a doversi fare più violenza di tutti e rinunciare – almeno parzialmente – alla sua voglia di disegnare il gol perfetto, la manovra orchestrata passo dopo passo, quasi come si trattasse di un videogioco e non dello sport più imprevedibile di tutti.
Contro un avversario che probabilmente verrà all’Emirates Stadium a difendere il vantaggio, i nostri non avranno lo spazio e il tempo per elaborare chissà quale armonia di passaggi e movimenti e accompagnare il pallone fino oltre alla linea di porta, dovranno essere aggressivi e soprattutto imprevedibili, oppure la porta di Rulli resterà un miraggio.
Pur senza partire all’arrembaggio fin dal primo minuto, dovremo avere il coraggio di prendere qualche rischio e mettere sotto pressione costante la difesa avversaria, soprattutto considerando che le difese di Unai Emery vanno regolarmente in bambola se sottoposte a pressione costante. Ricordiamo tutti i 31 tiri concessi dal suo Arsenal a casa del Watford, frutto della pressione di Deeney, Pereyra, Deulofeu e Cleverley sulla nostra linea difensiva, oppure il leggendario sei a uno subìto al Camp Nou contro il Barcellona, quando il basco era alla guida del PSG.
Per quanto questo tipo di approccio non sia quello più naturale per Mikel Arteta e per i suoi giocatori, dovranno tutti fare lo sforzo di prendersi qualche rischio, partire senza il freno a mano tirato ma con la voglia, la convinzione e la determinazione che un’impresa come quella che ci aspetta richiede.
Sarà un’attesa lunga e snervante ma dovrà servire a far crescere la convinzione di poter fare l’impresa.