Arsenal & Podcast: Intervista con Yankee Gunner

Quarantacinque minuti di chiacchiere in libertà, che coprono oltre vent’anni di passione per l’Arsenal e tutta l’evoluzione di Arsenal Vision Podcast, oggi uno dei podcast più ascoltati dai Gooners di tutto il mondo.

Durante quei quarantacinque minuti, ho chiesto a Elliot Smith, voce principale di Arsenal Vision Podcast e conosciuto su Twitter con lo pseudonimo di Yankee Gunner, come sia iniziata la sua storia con l’Arsenal, quali siano i ricordi migliori e peggiori legati ai Gunners, cosa voglia dire essere un tifoso dell’Arsenal da lontano e soprattutto di cosa voglia dire produrre contenuti di qualità in serie, gestire diversi ospiti – fissi e non – e quanto lavoro ci sia dietro.

Per chi ascolta, a volte magari distrattamente, è difficile immaginare che ogni episodio, come mi ha raccontato Elliot, richiede circa tre ore di lavoro tra preparazione, registrazione, post-produzione e pubblicazione e che non sempre è così semplice trovarsi sulla stessa onda dei propri ospiti e separare l’aspetto emotivo da quello tecnico può essere complesso.

Elliot è diventato tifoso dell’Arsenal nel 1998, quando per lavoro faceva la spola tra gli Stati Uniti e Londra, e nello specifico in occasione della vittoria in FA Cup contro il Newcastle (2-0 con gol di Anelka e Overmars), a partire dalla quale ha iniziato a guardare quante più partite possibili nonostante la differenza di fuso orario e le poche dirette offerte oltreoceano.
Un percorso difficile, dal quale siamo passati in tanti quando le Pay TV erano ancora un progetto lontano e per guardare le partite via internet serviva accendere un mutuo.

In seguito sono arrivati un blog e soprattutto Arsenal Vision Podcast, nato nel 2015 e cresciuto negli anni fino a diventare uno dei format più apprezzati: spesso registrato a quattro voci insieme a Tim Stillman, Clive Palmer e Paul (meglio noto come Poznan In My Pants), il podcast offre molti spunti interessanti, spesso diversi tra loro se non in aperto contrasto – il tutto senza mai scadere nell’isteria e nella rissa virtuale.
Un podcast molto piacevole da ascoltare ma non sempre semplice da mettere in piedi, soprattutto quando l’argomento è di quelli che non fanno l’unanimità, come la nomina di Unai Emery alla guida del Club.

“Di sicuro l’episodio più difficile che abbiamo registrato, perché da una parte sia io che Tim (Stillman) eravamo contrari alla sua nomina, mentre dall’altra Paul e Clive (Palmer) erano più possibilisti e aperti di mente. Nel registrare l’episodio non abbiamo tenuto conto di quanto fosse importante che gli ascoltatori potessero assaporare il momento, l’arrivo di un nuovo allenatore dopo vent’anni di Arsène Wenger, ed invece siamo subito entrati a gamba tesa sullo spagnolo”

Con Elliot abbiamo parlato di momenti incredibili e momenti che hanno spezzato il cuore, come la finale di Parigi contro il Barcellona nel 2006 o i vari infortuni di Eduardo, Aaron Ramsey, Santi Cazorla e Abou Diaby; sappiamo bene come tifare Arsenal sia sempre e comunque un giro di giostra ma gli ultimi anni sono stati molto complicati.

Colpa di un progetto di ricostruzione molto laborioso, durante il quale siamo stati vicini al successo senza esserlo mai veramente.

“Se avessimo comprato Xabi Alonso, nel 2009; se avessimo preso un centrale di difesa; se avessimo preso un attaccante. Giocavamo un calcio bellissimo, avevamo giocatori fortissimi ma mancava sempre un tassello affinchè potessimo lottare per i trofei principali […] quelli sono stati gli anni migliori dell’Arsène Wenger allenatore, che dietro le quinte teneva in piedi un Club senza struttura e senza un vero progetto. Penso che Arsène Wenger non sia stato apprezzato quanto avrebbe meritato, se guardiamo ora in che situazione si trova il Club, possiamo capire il lavoro che Arsène Wenger stava svolgendo allora, in condizioni proibitive”

E Mikel Arteta?

“Se lo licenziassero domani non sarebbe un problema, se resta non è un problema. Da una parte ci sono segnali di miglioramento evidenti, dall’altra però non si possono dimenticare alcuni errori di valutazione e alcune scelte fatte dal manager spagnolo.
Vale quanto detto per Arsène Wenger, ovvero che la mancanza di una struttura solida per sostenerlo di certo non lo aiuta e complica inutilmente le cose.”

In chiusura, ho chiesto a Elliot quale sarà, a suo parere, la sorpresa della prossima stagione, il giocatore che andrà oltre le aspettative come ha fatto Calum Chambers nella seconda metà dell’annata appena conclusasi.

“Gabriel Martinelli. Se giocherà con continuità sono sicuro che non solo sarà una sorpresa ma diventerà uno dei migliori. Sono convinto che abbia le capacità per segnare quindici gol e confezionare dieci assist.”

Che dire: speriamo che Elliot abbia ragione!

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