Non sono tipo da compilation su YouTube, dalle quali escono tutti fenomeni.
Sono uno all’antica, cui piace guardare come si muovono i giocatori soprattutto quando non hanno il pallone e non sono vicini all’azione.
Oggi ho guardato Svezia v Slovacchia e mi sono innamorato: non di una bionda tifosa scandinava inquadrata di sfuggita durante una pausa di gioco ma di un ragazzone di 21 anni e 190 centimetri.
Alto è alto ma non è biondo e soprattutto col pallone ci sa fare parecchio, a differenza di molti dei suoi compagni di Nazionale: che sia spalle alla porta o in progressione, l’ex prodigio dell’AIK è capace di fare la differenza e mettere in difficoltà i difensori avversari.
Già nel turno precedente, contro una Spagna favoritissima, aveva incantato con alcune giocate sublimi ma oggi, contro la Slovacchia, si è portato a casa il premio di migliore in campo e ha letteralmente rubato la scena a compagni e avversari, risultando di gran lunga superiore a qualsiasi altro giocatore che abbia preso parte alla partita.
Osservandolo giocare mi è sembrato di rivedere il caro vecchio Nwankwo Kanu, con il suo fisico esile e le gambe eccessivamente lunghe, per colpa delle quali sembrava sempre in procinto di perdere il pallone ma grazie alle quali tirava fuori dal cappello giocate impossibili.
Come il nigeriano, Alexander Isak non è particolarmente produttivo sotto porta ma il suo gioco è talmente completo che, pur non segnando trenta gol a stagione, riesce a risultare decisivo.
Contro la Spagna è riuscito a ritagliarsi la sola occasione da gol dei suoi, grazie ad un grande movimento sul filo del fuorigioco e ad un controllo dello spazio e del tempo fuori dal comune, con il povero Aymeric Laporte finito con il sedere per terra prima ancora di aver capito cosa stesse succedendo.
Peccato per la palla calciata malamente dallo svedese e quasi trasformatasi in autogol, perché la giocata avrebbe meritato una migliore conclusione, ma in pochi secondi Alexander Isak è riuscito a condensare l’intelligenza e il tocco di un veterano, dato che la stragrande maggioranza dei giovani attaccanti è incapace di rimanere glaciale nell’area piccola e spesso conclude in maniera affrettata.
Oggi, contro la Slovacchia, Alexander Isak ha invece messo in mostra l’altra sua specialità, ovvero la progressione palla la piede: perfettamente ambidestro, ha mandato al bar tre avversari prima di concludere (questa volta benissimo) con violenza e precisione da dentro l’area di rigore, costringendo il portiere della Slovacchia a superarsi per mettere in angolo.
Partito poco più in là della linea mediana e spesso fuori equilibrio, Alexander Isak non ha mai perso lo slancio acquisito con la prima accelerazione ma soprattutto non ha mai perso la testa, trovando sempre il cambio di direzione giusto per non finire contro uno dei colossi slovacchi.
Anche quando sembrava sul punto di perdere il pallone, l’attaccante svedese ha usato alla perfezione le sue lunghe leve e il suo fisico per ritrovare il ritmo e continuare nella sua folle corsa, fino alla conclusione a rete.
In due partite diametralmente opposte tra loro, Alexander Isak ha dimostrato di poter essere l’uomo solo là davanti, quello che riceve pochi palloni e deve lavorare duramente per la squadra, e il centravanti di movimento in grado di combinare con i compagni contro una difesa arroccata, come quella slovacca. Due scenari di gioco completamente diversi tra loro e due prestazioni eccellenti del giovane attaccante, che a 21 anni sembra possedere un potenziale molto interessante.
Non ha la forza devastante di Erling Haaland né la velocità supersonica di Kylian Mbappé ma Alexander Isak possiede la tecnica e l’intelligenza necessarie per diventare un grandissimo attaccante, di quelli difficili da marcare perché bravissimi nei movimenti senza palla e capaci di giocare tra le linee, là dove i difensori non osano avventurarsi perché rischierebbero di lasciare una voragine proprio davanti all’area di rigore.
Con un attaccante così, l’Arsenal avrebbe il punto focale indispensabile a far fruttare le qualità d’inserimento di Pierre-Emerick Aubameyang, Gabriel Martinelli, Nicolas Pépé, Emile Smith Rowe e Bukayo Saka, che in Alexander Isak troverebbero la sponda ideale per un uno-due veloce.
Con un attaccante così, l’Arsenal sarebbe molto meno prevedibile perché Alexander Isak può fare da sponda per un compagno ma può benissimo girarsi e attaccare la profondità, a differenza degli attaccanti attualmente a disposizione di Mikel Arteta: ad oggi noi possiamo solo scegliere se giocare in profondità con Pierre-Emerick Aubameyang o schierare un centravanti-boa come Alexandre Lacazette ma non riusciamo a combinare le due qualità, perché il gabonese spalle alla porta è dannoso e il francese ha la stessa velocità di rivoluzione di Plutone.
Purtroppo però Alexander Isak è un giocatore della Real Sociedad, Club che ha creduto nelle sue qualità dopo la brutta esperieza a Dortmund, e per portarlo via ci vorranno tanti, tanti soldi.
Quanto sarebbero ben spesi, però…