Nuova stagione, vecchie sensazioni.
La sconfitta al Brentford Community Stadium riporta a galla i soliti problemi, che ormai sembrano esser diventati cronici.
Zero incisività, zero comunicazione tra i reparti, zero coraggio.
Emile Smith Rowe è l’unico a provare ad accendere la luce (come la stagione scorsa); Kieran Tierney sfonda regolarmente a sinistra per crossare dove però non c’è nessuno (come la scorsa stagione); Nicolas Pépé rallenta l’azione cercando il dribbling di troppo (come la scorsa stagione) e il centrocampo è incapace d’imbeccare le rare corse in profondità degli attaccanti (come la scorsa stagione).
Mi sento come Phil Connors a Punxsutawney, intrappolato in un circolo temporale che mi porta a vedere le stesse cose, scrivere le stesse cose, lamentarmi per le stesse ragioni.
Questo pezzo potrebbe essere stato scritto in un qualsiasi momento della seconda metà della stagione 2020/21 ed essere ancora d’attualità, a conferma degli scarsi progressi che abbiamo fatto in oltre sei mesi.
Quella che doveva essere l’estate del rinnovamento, dell’impronta definitiva di Mikel Arteta sulla squadra e sulla sua fisionomia, del credo autentico dello spagnolo dopo un primo periodo di adattamento e dello smarcamento rispetto alla gestione di Raúl Sanllehí.
Il mercato non è ancora finito ma fatico a credere che da qui alla chiusura questa squadra sarà completamente rivoluzionata e avrà una faccia completamente differente rispetto alla scorsa stagione o a ieri sera.
Finora abbiamo investito oltre cento milioni per cambiare pochissimo alla squadra titolare che ha finito all’ottavo posto, è realistico aspettarsi che nelle prossime due settimane arriveranno un terzino destro e un centrocampista centrale titolari?
È realistico credere che acquisteremo anche un portiere di riserva e un centrocampista offensivo che porti maggior tasso tecnico e creatività, in modo da non lasciare solo il povero Emile Smith Rowe?
È realistico credere che nei prossimi quindici giorni troveremo un’identità di squadra e uno stile di gioco, dopo aver assistito a troppe prestazioni insipide – ultima quella di ieri sera?
È il Giorno della Marmotta, signore e signori, e rischia di esserlo per un bel po’ di tempo.