L’Identikit: Martin Ødegaard

Che sensazione strana, tracciare l’identikit di un giocatore che conosciamo già!
Il trequartista norvegese torna infatti all’Arsenal dopo il prestito di sei mesi della scorsa stagione, questa volta però con la formula della cessione definitiva.

Un investimento da oltre trenta milioni per l’Arsenal, che dopo Ben White ha deciso d’investire un bel gruzzoletto per un giocatore ad altissimo potenziale.

Il norvegese, che aveva fatto un’ottima impressione con la nostra maglia prima d’infortunarsi alla caviglia e vivere un finale di stagione complicato, aggiungerà qualità, visione di gioco e sicurezza in fase di possesso palla, tutte qualità che ci servono come l’ossigeno.
Vedremo quali saranno le intenzioni di Mikel Arteta quanto alla coesistenza del nuovo arrivato e di Emile Smith Rowe, personalmente credo che il derby della scorsa stagione contro il Tottenham, giocato con l’inglese a sinistra e Martin Ødegaard sulla trequarti, sia la base sulla quale costruire per la stagione che è appena iniziata.

Breve Identikit

Nome: Martin Ødegaard

Luogo e data di nascita: Drammen, 17 dicembre 1998

Altezza: 1.78m

Ruolo: Centrocampista

Numero: 8

Segni particolari: Visione di gioco, sinistro vellutato, controllo nello stretto, intensità

Un passato da predestinato e un presente passato in prestito tra Olanda, Spagna e Inghilterra, prima che il Real Madrid decidesse di tagliare il cordone ombelicale una volta per tutte. Martin Ødegaard ha incantato tutti gli osservatori d’Europa fin dal suo debutto e sognava di diventare un giocatore importante del Real Madrid, salvo poi scontrarsi con le idee di Zinédine Zidane, che non lo ha mai davvero preso in considerazione, e le difficoltà economiche del Real Madrid – costretto a fare sacrifici per far quadrare il bilancio.

Non saprei se il norvegese consideri il trasferimento all’Arsenal come un passo indietro o magari semplicemente una tappa lungo il suo obiettivo finale, fatto sta che noi ci siamo accaparrati un giocatore di nemmeno 23 anni che conta già una vasta esperienza ed è stato nominato capitano della sua Nazionale, ad un prezzo più che ragionevole per il mercato inglese.
Lasciarsi influenzare dalle ultime settimane del suo primo passaggio a Londra sarebbe un errore, perché nelle prime settimane ci aveva sedotti con il suo stile di gioco raffinato, la sua dedizione in fase di non possesso palla e dei lampi di genio assoluto, grazie ai quali si era conquistato il rispetto dei suoi nuovi tifosi.

Martin Ødegaard non avrà forse la visione di gioco da alieno di Mesut Özil ma, a differenza del tedesco, ha dimostrato di essere perfettamente in grado d’interpretare il ruolo di trequartista moderno, che deve dettare i tempi del pressing, ripiegare quando necessario e mettere quell’intensità fisica che purtroppo Mesut Özil non sapeva (o non voleva) mettere durante le ultime stagioni.

Potendo operare da trequartista centrale o da mezz’ala, il norvegese offre a Mikel Arteta qualche soluzione in più per ovviare alle difficoltà tecniche di unq squadra che fatica ad accendere la lampadina dalla trequarti in avanti, e potrebbe aiutare il manager spagnolo ad implementare il 4-3-3 che ha in mente fin dal giorno del suo insediamento: possiamo infatti immaginare che Thomas Partey giochi davanti alla difesa, con Martin Ødegaard alla sua destra e Emile Smith Rowe a sinistra – sulla falsariga di quanto propone regolarmente Pep Guardiola al City quando schiera Rodri, de Bruyne e Gündogan in mezzo al campo.

Ovviamente il paragone si esaurisce al modo di stare in campo, purtroppo, ma l’idea di fondo credo si proprio quella e avere a disposizione un giocatore abile negli spazi stretti e bravo a svariare nei mezzi spazi facilita molto la transizione dal 4-2-3-1 al 4-3-3.

L’alternativa è il modulo attuale, nel quale il norvegese andrebbe a scambiarsi la posizione con Emile Smith Rowe o eventualmente Bukayo Saka, creando combinazioni veloci nei pressi dell’area di rigore avversaria che possano aiutare a scardinare le linee difensive più ermetiche.

Qualsiasi sia l’idea di Mikel Arteta, abbiamo portato a casa uno dei migliori nel suo ruolo, ad un costo tutto sommato ragionevole e nonostante una situazione sportiva non delle migliori.

Oggi è un buon giorno per essere un Gooner. Bentornato, Martin Ødegaard!

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