Granit Xhaka rinnova con l’Arsenal, ora è ufficiale.
Non è una novità, eppure non mi sono ancora messo d’accordo con me stesso: è una buona scelta oppure no?
Pur con tutti i suoi difetti, lo svizzero è l’ultimo dei problemi di una rosa che non ha un terzino destro titolare, ha poche soluzioni dalla trequarti in su e si ritrova in rosa con due attaccanti che non sembrano aver tutta questa voglia di essere all’Arsenal.
Il centrocampista elvetico, però, era stato tutt’altro che sibillino nelle sue dichiarazioni alla stampa circa un suo possibile passaggio alla Roma di José Mourinho, Club con il quale aveva un accordo di massima e al quale si era promesso, quindi l’improvviso ribaltamento della situazione lascia quantomeno perplessi: qual era il piano iniziale?
Ho già detto in passato che l’Arsenal ha fatto bene a non svendere lo svizzero ad una Roma che, forte dell’accordo col giocatore, ha giocato al ribasso, tuttavia tra il non cedere a offerte troppo basse a rinnovare un contratto in scadenza tra due anni ce ne passa.
Questo cambio di direzione così netto e improvviso trasmette però una sensazione di confusione e cattiva pianificazione, perché troppo repentina rispetto alle notizie che circolavano già un mese fa, in pieno EURO 2020, quando l’affare tra la Roma, Granit Xhaka e l’Arsenal veniva dato per fatto.
L’Arsenal voleva vendere, Granit Xhaka voleva andar via ma la Roma ha tirato troppo la corda e alla fine il tavolo è saltato.
L’improvviso e relativamente rapido accordo tra l’ex centrocampista di Basilea e Borussia Mönchengladbach e l’Arsenal per il rinnovo è inusuale, soprattutto quando un giocatore e un Club sono d’accordo sul separarsi: in passato succedeva che un giocatore con richieste di mercato importanti rinnovasse il contratto per permettere al proprio Club di guadagnare una cifra più alta, ma non è il caso di un Granit Xhaka poco richiesto e palesemente sul mercato.
Questo sembra essere invece un caso di gentlemen agreement tra il giocatore e l’Arsenal, che rifiutando la proposta del Club italiano, ha deciso di concedere allo svizzero un adeguamento del contratto in linea con ciò che gli aveva promesso la Roma.
Così fosse, sarebbe la seconda volta che l’Arsenal e Mikel Arteta si piegano alle richieste di un giocatore che ha già le valigie in mano, pur di farlo restare: lo spagnolo infatti era già riuscito a convincere lo svizzero a rimanere quando il suo trasferimento all’Hertha Berlino sembrava cosa fatta, promettendo un trasferimento in estate, e ora che il passaggio alla Roma è saltato la storia sembra ripetersi.
Non ho nulla contro la scelta di Mikel Arteta, che in questo modo conserva la propria credibilità vis-à-vis del giocatore e di tutto lo spogliatoio, ma le conseguenze rischiano di essere nefaste per il suo progetto: se l’idea è quella di passare ad un 4-3-3, lo svizzero non ha più un posto definito in squadra perché non ha le qualità difensive per giocare da solo davanti alla difesa nè le doti atletiche per fare la mezz’ala, quindi sarebbe inutilizzabile.
Se invece l’idea è quella di giocare con il 4-2-3-1 visto da dicembre dell’anno scorso in poi, allora Granit Xhaka è ancora una pedina importante – a patto di non essere intoccabile. Le partite contro il Brentford e il Chelsea hanno mostrato ancora una volta che questa squadra ha bisogno di qualità e quantità a centrocampo, di un giocatore che possa fare entrambe le fasi con facilità, e sarebbe imperdonabile accantonare l’idea di rinforzare la mediana semplicemente perché Granit Xhaka ha rinnovato il proprio contratto.
Non possiamo più dipendere da un giocatore i cui evidenti limiti fisici e caratteriali vengono a galla con preoccupante regolarità; non possiamo più permetterci di mettere in pausa la revolución di Mikel Arteta, perché il nostro declino dev’essere fermato.
Abbiamo perso troppo tempo per permetterci il lusso di aspettare e vedere che succede.