Il mercato ha finalmente chiuso i battenti, almeno fino all’inverno.
Abbiamo vissuto un ultimo giorno frenetico, che ha confermato le tante voci dell’ultima settimana e portato in dote una bella sorpresa.
È tempo di tirare le somme, quindi: come valutare la campagna estiva di Edu e Mikel Arteta?
ACQUISTI: White (D, Brighton, 50m); Tavares (D, Benfica, 6m), Sambi Lokonga (C, Anderlecht, 12m), Ødegaard (C, Real Madrid, 30m), Ramsdale (P, Sheffield Utd, 25m), Tomiyasu (D, Bologna, 20m)
CESSIONI: David Luiz (D, svincolato), Torreira (C, Fiorentina, prestito cdr), Bellerín (D, Betis, prestito), Rúnarsson (P, OH Leuven, prestito cdr), Nelson (A, Feyenoord, prestito), Willian (A, Corinthians, svincolato), Willock (C, Newcastle, 20m), Saliba (D, Marsiglia, prestito), Guendouzi (C, Marsiglia, prestito cdr), Ceballos (C, Real Madrid, fine prestito), Mat Ryan (P, Brighton, fine prestito), Dinos Mavropanos (D, Stoccarda, prestito cdr)
SPESE: 143 milioni
INCASSI: 25 milioni (contando i prestiti onerosi di Torreira, Mavropanos e Guendouzi)
BILANCIO NETTO: -118 milioni
Le (mancate) cessioni rappresentano la nota negativa dell’estate, con Edu incapace di fare cassa con i giocatori palesemente in uscita o ai margini del progetto tecnico: la pantomima che ha visto come protagonista Ainsley Maitland-Niles è un brutto colpo per l’immagine dello stesso Edu, del Club e del giocatore, uno scenario dal quale usciamo tutti sconfitti. Si poteva fare meglio, soprattutto se pensiamo a come il Club abbia rifiutato un’offerta da oltre dodici milioni da parte del Wolverhampton, poco più di sei mesi fa, salvo poi mettere in naftalina il giocatore e spedirlo in prestito al West Brom.
Penso che Ainsley Maitland-Niles abbia una grossa parte di responsabilità in questo assurdo flop, da una parte per la sua testardaggine nel voler giocare a centrocampo e dall’altra per il suo post polemico su Instagram, d’altro canto però mi aspetto che il manager dell’Arsenal sappia gestire questi errori giovanili con empatia e maggiore sensibilità.
Fatto sta che il giocatore non è andato all’Everton, destinazione data come probabile ieri mattina, e ora vivrà da separato in casa fino a gennaio, quando il mercato riaprirà e sarà necessario trovargli una destinazione.
Salvo ribaltamenti di situazione, infatti, Ainsley Maitland-Niles e l’Arsenal sono destinati a separarsi ma, a differenza di quanto successo con Joe Willock e la sua cessione al Newcastle, senza alcuna valorizzazione del lavoro svolto dal Club per far crescere il giocatore e garantirgli una carriera di primo livello.
Pesa inoltre il fatto di non aver saputo piazzare Sead Kolasinac, Eddie Nketiah, Alexandre Lacazette e Mohamed Elneny, tutti in scadenza di contratto alla fine della stagione e quindi liberi di scegliersi il prossimo Club già da gennaio 2022.
Se l’attaccante francese e il centrocampista egiziano potranno ancora tornare utili, prima di trovare l’ultimo, ricco contratto della loro carriera, il bosniaco e l’attaccante inglese non troveranno più spazio da qui fino alla riapertura del mercato e finiranno con l’essere svincolati (magari in anticipo) o prestati in attesa di trovare una sistemazione definitiva.
Eddie Nketiah avrebbe meritato un trattamento migliore e il Club avrebbe dovuto concedergli l’opportunità di costruirsi una carriera altrove, dato che ormai all’Arsenal era chiuso dalla concorrenza. Il Crystal Palace aveva messo oltre dieci milioni sul piatto, una cifra sicuramente più bassa del valore del giocatore ma comunque interessante per un giocatore ai margini e in scadenza di contratto: perchè Edu ha tentennato? Ora il giocatore vivrà da separato in casa fino a gennaio – o magari fino a fine stagione – e tutto il lavoro svolto dal settore giovanile finirà alle ortiche.
Fortuna che c’è stato anche qualche elemento positivo.
Aaron Ramsdale, Martin Ødegaard, Takehiro Tomiyasu, Nuno Tavares, Albert Sambi Lokonga e Ben White hanno tutti un paio di caratterstiche in comune: sono giovani e affamati.
Finalmente, dopo un anno di tentennamenti e scelte poco convincenti, il Club ha scelto una linea ben precisa in fatto di acquisti e ha scelto giocatori dal grandissimo potenziale ma comunque già abbastanza navigati per dare una mano fin dal primo giorno – ad eccezione forse di Nuno Tavares.
Una scelta coraggiosa per un Club che dopo tre giornate di campionato figura all’ultimo posto della classifica, non ha ancora segnato un gol e ha la peggiore difesa della Premier League, ma una scelta che condivido al 100% perché significa che esiste un progetto, un’idea di fondo e ciò mi rassicura molto.
Anche a livello tecnico e atletico, tutti i nuovi acquisti sono in linea con le aspettative del manager spagnolo, che vuole forza fisica, velocità e abilità con il pallone tra i piedi, soprattutto da parte dei suoi difensori. Gli arrivi di Ben White e Takehiro Tomiyasu permetteranno una migliore uscita del pallone dalla difesa rispetto a quanto possono offrire Rob Holding, Calum Chambers o Cédric Soares, mentre a centrocampo Martin Ødegaard aggiungerà quella creatività e quella sicurezza in fase di possesso che sono mancate nelle prime uscite stagionali.
La presenza di Aaron Ramsdale obbligherà Bernd Leno a restare sull’attenti, a differenza di quanto successo con Alex Rúnarsson, e offre a Mikel Arteta un portiere di prospettiva ma già molto abile con i piedi – oltre che tra i pali.
Manca un regista di centrocampo che possa finalmente permetterci di chiudere il capitolo Xhaka, durato fin troppo a lungo: lo svizzero ha rinnovato il contratto nonostante sembrasse in procinto di lasciare Londra per Roma – sponda giallorossa – e ha già fatto vedere i suoi soliti limiti caratteriali, facendosi espellere all’Etihad Stadium. La solita storia, insomma, che ci penalizza regolarmente da cinque anni a questa parte. Il lato positivo è che ora, secondo il ciclo della vita di Granit, dovrebbe iniziare il periodo d’oro durante il quale sciorinerà grandi prestazioni e si farà perdonare – prima di farsi detestare di nuovo e così via…
Difficile dare un voto globale all’estate dell’Arsenal, perché in entrata Edu ha operato benissimo ma in uscita ha fallito miseramente e non merita quindi una sufficienza piena, anche se i segnali sembrano incoraggianti.
Come sempre, il campo sarà il migliore dei giudici.