Era Ora!

Prima vittoria in campionato, finalmente!
L’uno a zero contro il Norwich, in casa, può non sembrare così incredibile ma rischia di fare tutta la differenza.

Nonostante le imperfezioni e qualche rischio di troppo, finalmente abbiamo visto un Arsenal propositivo, aggressivo e capace di creare occasioni da gol.
Siamo ancora lontani da un livello accettabile per aspirare ad una qualsiasi posizione europea ma siamo in ripresa, dopo un inizio di campionato catastrofico.

Mikel Arteta si è giocato qualche carta a sorpresa e ha avuto ragione, a cominciare dalla scelta di schierare Aaron Ramsdale al posto di Bernd Leno: il portiere inglese ha fatto un figurone con una finta di corpo che ha mandato al bar il povero Pukki, tuttavia è stata la sua sicurezza ad attirare la mia attenzione. In maniera molto simile a Emiliano Martínez, l’ex portiere di Bournemouth e Sheffield United si è dimostrato molto sicuro con il pallone tra i piedi, quasi arrogante, attirando così il pressing del Norwich e permettendo così una prima, fondamentale avanzata tra le linee.

Impressionante anche il debutto di Takehiro Tomiyasu, fino a che il fisico ha retto: il giapponese, nonostante un solo allenamento con la squadra, ha dominato fisicamente e ha sfiorato il gol con una bella conclusione acrobatica, mettendo in mostra tutte le qualità per le quali è stato scelto. Insuperabile sui palloni aerei, l’ex Bologna ha sorpreso per la facilità con la quale può calciare con entrambi i piedi e sono sicuro che diventerà una pedina fondamentale per Mikel Arteta.

Stesso discorso per Ben White, la cui propensione a spostare immediatamente in avanti il baricentro della squadra è apparsa evidente fin dai primi minuti e perfettamente in linea con l’atteggiamento di Gabriel, Kieran Tierney e Albert Sambi Lokonga, per il quale il retropassaggio sembra sempre essere l’ultima opzione presa in considerazione.

Finalmente c’è verticalità in questa squadra, c’è una voglia palese di arrivare sulla trequarti avversaria il prima possibile e da lì provare a far male ad una difesa avversaria rinchiusa nei propri ultimi venti metri. Manca ancora precisione e freddezza nell’ultimo passaggio ma l’idea c’é, la voglia di trovare Martin Ødegaard o Bukayo Saka tra le linee c’è. Non è un caso che l’ingresso di Thomas Partey, un maestro nello spezzare le linee avversarie con passaggi radenti e profondi, abbia permesso alla squadra di fare il salto di qualità decisivo e trovare il gol della meritata vittoria. Il ghanese sarà decisivo per le sorti della squadra e ha in Albert Sambi Lokonga un ottimo rincalzo, se non un partner perfetto per la mediana.

L’Arsenal visto contro il Norwich sembra lontanissimo da quello dei Granit Xhaka, dei Mohamed Elneny, dei Rob Holding o dei Sead Kolašinac, giocatori che tendenzialmente ricevono il pallone e lo appoggiano lateralmente o all’inditetro, scegliendo così l’opzione più semplice. Quell’Arsenal correva sicuramente meno rischi ma, come prevedibile, faticava molto di più a creare occasioni da gol, se non attraverso le sovrapposizioni di Kieran Tierney. Lo scozzese è ancora una delle migliori armi offensive a disposizione di Mikel Arteta ma finalmente non sembra più essere l’unica arma che abbiamo.

L’aspetto più importante della vittoria di sabato, tuttavia, resta il peso che tutta la squadra si è tolta dalle spalle: come ha detto Pierre-Emerick Aubameyang su IG, per qualcuno magari erano solo tre punti ma per la squadra significava molto, molto di più.
La trasferta di Burnley ci dirà a che punto siamo con la nostra convalescenza e soprattutto come arriveremo al primo North London Derby dell’anno.

Per adesso accontentiamoci di dire…era ora!

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