Siete sempre lì, in agguato. Silenziosi e pazienti, in attesa del momento propizio.
Ho imparato a riconoscervi a prima vista.
Siete i Marianella di questo mondo, contro i quali non si potrà mai vincere perchè non va mai bene nulla: l’Arsenal vince? Ci mancherebbe! L’Arsenal perde? Ecco, il solito vecchio Arsenal!
Vi riconosco perchè un pomeriggio, mentre facevate zapping sui canali sportivi, vi siete imbattuti in una partita della squadra più incredibile che il calcio inglese abbia mai visto e vi siete detti “però, figo!”. Tanti colori, tante culture, un personaggio originale in panchina, uno stadio piccolo ma unico, un gioco da togliere il fiato e un modo di operare lontano anni luce dall’universo britannico.
Da allora andate in giro dicendo, con aria sorniona: “Sono tifoso dell’Arsenal…”
Vi riconosco perchè da allora siete tifosi di quell’Arsenal lì e solo di quello.
Ogni opinione, ogni commento, ogni filippica parte da lì e finisce sempre lì, a quell’Arsenal e a Highbury e a Arsène Wenger e a Dennis Bergkamp e “ah, i bei tempi andati” come se non ci fosse mai stato un altro Arsenal o non ce ne sarà mai un altro.
Naturalmente, quando le cose non vanno come le avete immaginate, siete i primi a venir fuori con i vostri j’accuse e ad avvilirvi per come sia caduto in basso il vostro grande Arsenal, ad arrabbiarvi per come qualcuno vi stia sporcando i ricordi.
Curiosamente, però, non siete altrettanto celeri quando si tratta di esprimere il vostro giubilo, forse (e dico forse, è una mia ipotesi) il problema è il vostro metro di giudizio, distorto da un’epoca che non tornerà più. Prendere a calci l’Arsenal sta diventando un’abitudine, un passatempo attraverso il quale darsi un tono e un esercizio di stile talmente fine a sé stesso da diventare ancor più stucchevole e indigesto del solito, se possibile.
Il Club sta attraversando un periodo complicato, perfettamente prevedibile dopo aver cedfuto le redini allo stesso uomo per oltre vent’anni, identico a quelli attraversati da Club della stessa taglia e tradizione, eppure sparate a zero su tutto e tutti coloro che orbitano attorno al Club.
Ci sono decine di esempi, più o meno recenti, di quanto sia difficile ricosturire una squadra e di quanto tempo ci voglia, ma all’Arsenal questo tempo non lo concedete.
Allora via con Bukayo Saka e Emile Smith Rowe sopravvalutati, Mikel Arteta il ciarlatano, la dirigenza assente, Edu incompetente e perfino il revisionismo assoluto sull’operato di Unai Emery, Raúl Sanllehí o Ivan Gazidis.
Ogni sconfitta è un nuovo baratro, a prescindere dal contesto dalla quale è maturata, perchè non concedete la benchè minima attenuante, nemmeno quelle d’ufficio.
Voi non siete mai delusi, siete indignati.
Voi non siete mai perplessi, siete smarriti.
Vi riconosco e non dimentico.