Storie di Fantasmi

Come si può scrivere di una partita mai trasmessa?
Per quanto ne sa il mondo esterno, la partita di ieri sera tra Arsenal e AFC Wimbledon è esistita solo per i 50’000 tifosi dei Gunners presenti allo stadio e gli 8’000 sostenitori ospiti.

È finita 3-0 a per noi, con i gol di Alexandre Lacazette su rigore e poi quelli di Emile Smith Rowe e Eddie Nketiah.

Siccome, come altre centinaia di migliaia di tifosi dell’Arsenal, non ho visto la partita, non posso raccontare granché. In compenso, la formazione mandata in campo da Mikel Arteta mi ha spinto a qualche riflessione sul futuro prossimo e lontano di questa squadra e di quattro giocatori in particolare.

IL VETERANO, L’ESORDIENTE E LO SPETTRO

Come previsto e prevedibile, Mikel Arteta ha rivoluzionato il suo XI di partenza per affrontare il modesto AFC Wimbledon, squadra di League One, per due motivi: concedere un’opportunità alle riserve e preservare i titolari in vista del North London Derby.
Risultato, a formare il tridente d’attacco sono stati Alexandre Lacazette, Gabriel Martinelli e – a sorpresa – Eddie Nketiah.

Se la presenza del francese e quella del brasiliano erano scontate, quella dell’attaccante inglese ha sorpreso un po’ tutti, per svariati motivi: il primo riguarda il contratto di Eddie Nketiah, in scadenza a fine stagione e lontano dall’essere rinnovato; il secondo è il recente infortunio patito dal prodotto del vivaio, che lo ha tenuto fuori per un paio di settimane ad inizio stagione e il terzo è la presenza in squadra di Folarin Balogun, altro gioiello del settore giovanile che ha recentemente firmato un contratto quinquennale con la promessa di un maggiore impiego in prima squadra.

Le scelte di Mikel Arteta, per quanto giuste, sfidano ogni logica: due dei tre attaccanti titolari potranno svincolarsi a fine stagione, mentre l’unico che sembra avere un futuro nel Club è stato lasciato in disparte. Perchè? Non penso di sbagliare se dico che Alexandre Lacazette andrà via a parametro zero alla conclusione della stagione in corso e, per quanto possa capire che risulterà utile da qui alla fine, non capisco come una partita di Carabao Cup, in casa, contro un avversario tutto sommato modesto possa essere il palcoscenico giusto per conderegli minuti a discapito di un giocatore più giovane e legato a doppio filo al futuro del Club.

Alexandre Lacazette ci farà comodo in Premier League e in FA Cup, avrà i suoi momenti e sarà prezioso lungo tutta la stagione ma perchè schierarlo ieri sera? Perchè non puntare su Folarin Balogun, messo da parte dopo una prestazione incolore contro il Brentford? Mi è sembrata un’occasione mancata per rincuorare il l’esordiente, a corto di fiducia.

CONFRONTI IMPIETOSI

Uno è nato il 29 agosto del 1997, l’altro il 22 ottobre del 1999. Due anni di differenza ma un abisso a separarli. Se ancora dovessero servire conferme, la partita di ieri sera ha dimostrato che voler essere un centrocampista non significa poter essere un centrocampista.

Entrambi schierati in mediana dal primo minuto, Ainsley Matiland-Niles e Albert Sambi Lokonga hanno vissuto due serate completamente diverse: il primo è stato impreciso col pallone (80% di passaggi riusciti), ha perso palla 3 volte e in maniera generale ha attraversato la partita senza lasciare il segno; il secondo è stato tra i più attivi (86 passaggi contro i 51 di AMN e i 48 di Thomas Partey) e tra i più precisi (94% di passaggi riusciti), dimostrando personalità e sicurezza da veterano.

Se Ainsley Maitland-Niles vuol davvero fare il centrocampista, allora dovrebbe iniziare osservando il suo compagno di squadra.

Discorso simile per due giocatori che tecnicamente hanno lo stesso ruolo ma i cui stili sono diametralmente opposti. Il quarto d’ora abbondante di Bukayo Saka sulla fascia destra ci ha mostrato ancora una volta cosa voglia dire avere un esterno capace di tenere il pallone, creare superiorità numerica e fare la differenza in diverse zone del campo. Pur con tutto l’affetto per Nicolas Pépé e le sue gambe di sedano, Bukayo Saka non sbaglia (quasi) mai un controllo, non s’intesdardisce in dribbling inutili e riesce a rendersi utile in diversi frangenti, senza uscire mai dalla partita.

Era “solo” il Wimbledon e non abbiamo la controprova, visto che Nicolas Pépé non è sceso in campo, ma temo che sia ora di finirla con gli esperimenti e rimettere Bukayo Saka al proprio posto, ovvero sulla fascia destra. Se ciò significa fare a meno di Nicolas Pépé o trovargli un altro ruolo, così sia. Il talento di Bukayo Saka è troppo scintillante per non sfruttarlo appieno.

Ogni partita è una lezione, anche quelle fantasma

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