Pronti all’Impatto!

C’è un dato positivo che emerge dal pareggio interno contro il Crystal Palace: Alexandre Lacazette è un super-sub eccellente.

Come già successo contro il Brighton, pur con risultati meno appariscenti, il francese ha restituito vitalità ed impeto ad una squadra che appariva a corto d’idee e di energie; se all’AMEX Stadium l’ex Lione non aveva influito sul tabellino, contro le Eagles è riuscito a cambiare le sorti della contesa ci ha permesso di riacciuffare una partita che sembrava persa.

Dubito fortemente che Alexandre Lacazette sia contento di questo ruolo part-time, ancor più ingrato in una stagione senza impegni continentali, ma la sua situazione contrattuale rende meno amaro questo impiego col contagocce, dato che il giocatore sarà libero di trovare un nuovo Club a partire dal mese di gennaio e lascerà sicuramente l’Arsenal alla fine di questa stagione.

Contratto a parte, è bello sapere di avere una valida alternativa in panchina, dopo anni di vacche magre: tolto Olivier Giroud, l’unico attaccante ad aver onorato il ruolo di sesto uomo, generalmente le alternative a Thierry Henry, Robin van Persie e Emmanuel Adebayor non hanno mai lasciato il segno, finendo presto nel dimenticatoio. Negli anni abbiamo visto fallire Lucas Pérez, Danny Welbeck, Yaya Sanogo, Park e Lord Nicklas Bendtner, prima dell’avvento di Olivier Giroud e di Alexandre Lacazette.

Qualsiasi allenatore vi dirà quanto sia importante avere un uomo in panchina che possa cambiare le dinamiche di gioco e andare al di là del semplice cambio di personale, della sostituzione ruolo per ruolo alla quale siamo stati abituati per anni. Il problema, semmai, è che Alexandre Lacazette è il solo impact sub sul quale possiamo contare, perchè gli altri non offrono le adeguate garanzie.
Il più simile al francese, per impatto, resta Gabriel Martinelli, la cui energia traboccante finisce sempre col contagiare i compagni di squadra, mentre le altre riserve raramente incidono veramente sull’andamento della partita.

Guardando la panchina a disposizione di Mikel Arteta, infatti, c’è poco da stare allegri: Cédric Soares e Calum Chambers non offrono nulla di nuovo sulla fascia destra; Pablo Marí e Rob Holding possono venir buoni solo quando si difende ad oltranza, così come Mohamed Elneny, mentre Albert Sambi Lokonga, Ainsley Maitland-Niles, Eddie Nketiah e Folarin Balogun sono solo forze fresche, non assi nella manica. L’unico che potrebbe sorprendere è Nuno Tavares, le cui qualità fisiche e tecniche lo rendono un’arma offensiva interessante, partendo dalle retrovie, ma il portoghese è ancora acerbo.

Come ovviare al problema, in attesa del mercato riparatore? Alternando meglio le forze.

Nicolas Pépé, ad esempio, potrebbe essere un jolly da buttare in campo quando dobbiamo aumentare la pressione sulla retroguardia avversaria o quando le gambe avversarie si fanno pesanti, mentre uno dei due trequartisti potrebbe essere utilizzato come riserva di lusso, qualora la manovra risultasse troppo compassata e prevedibile e a centrocampo. Se a questi aggiungiamo la presenza fisica di Alexandre Lacazette e l’anarchia giovanile di Gabriel Martinelli, ecco che le soluzioni a partita in corso potrebbero farsi interessanti.

Oggi, invece, abbiamo undici titolari e due sole riserve, il che ci rende particolarmente prevedibili quando dobbiamo rincorrere il risultato e abbiamo bisogno di un’iniezione di energia, fisica e mentale.
Tutti i manager di Premier League sanno ormai che, in caso di bisogno, Mikel Arteta manderà in campo Alexandre Lacazette e poi Gabriel Martinelli, potendo quindi studiare le contromisure fin troppo facilmente.

Da un (presunto?) fine stratega come Mikel Arteta mi aspetto un approccio più flessibile e sorprendente, rispetto a quanto visto finora, e un impatto ben diverso dalla panchina. Ciò che ci ha fatto ben sperare durante i primi mesi sulla nostra panchina e ha portato in dote una FA Cup e un Community Shield è improvvisamente sparito, per far posto ad una rigidità che male si sposa con l’organico a disposizione e le caratteristiche dei giocatori a disposizione.

Quando metti sul tavolo tutte le tue carte migliori fin dall’inizio, è improbabile che il tuo avversario possa farsi sorprendere.

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