“A lot of people think it only took me 15 seconds to score for Arsenal but I’ve been working on it my whole life”
Era il 15 gennaio 2018 e all’epoca Edward Nketiah doveva ancora compiere 19 anni, eppure era già salito alla ribalta grazie ad una clamorosa doppietta contro il Norwich City, in Coppa di Lega, che ci aveva permesso di recuperare una partita data per persa.
Quindici secondi dopo il suo ingresso in campo, Eddie aveva già messo il pallone in fondo al sacco grazie ad una zampata da autentico rapace d’area, di quelli che sanno in anticipo dove finirà il pallone. Il giovanissimo attaccante inglese completerà poi la sua serata magica con il gol vincente, ai supplementari, segnato con un preciso colpo di testa all’incrocio dei pali.
Oggi Eddie Nketiah ha 22 anni e il contratto in scadenza in estate, con poche possibilità di rinnovo e quindi un futuro lontano dall’Arsenal.
Sembra passata una vita da quella doppietta e sembra quasi impossibile che l’attaccante sia ancora così giovane, perchè da quando ci sono in squadra Gabriel Martinelli e Folarin Balogun, lui è diventato quasi un veterano.
Il futuro arriva sempre più in fretta, soprattutto per gli attaccanti, ai quali raramente viene concesso il tempo di crescere e sviluppare il proprio gioco; non è un caso che quasi tutti i giovani fenomeni siano attaccanti o comunque giocatori offensivi, esposti ad aspettative impossibili dopo aver mostrato qualche lampo di classe, che sia nelle competizioni giovanili o in scampoli di partite con la prima squadra, mentre a portieri, difensori e centrocampisti viene concesso il tempo di maturare tranquillamente.
A parte qualche rara eccezione, gli attaccanti che dimostrano grandi qualità nei diversi settori giovanili finiscono sempre con l’esplodere definitivamente altrove, in Club che lasciano loro il tempo di crescere: è successo a Pierre-Emerick Aubameyang, che senza la parentesi al Saint-Étienne probabilmente non sarebbe mai diventato quel che è oggi; a Patrick Bamford, che ha lasciato il Chelsea per costruirsi una carriera tra Middlesborough e Leeds; a Andy Cole, il cui talento era palese ma ha potuto esplodere solo dopo la cessione al Bristol City e a Filippo Inzaghi, che magari senza la parentesi all’Atalanta non avrebbe avuto la carriera stellare che ha avuto ma sarebbe rimasto un incompiuto, a Parma.
Ho scelto esempi calzanti di centravanti formidabili in area di rigore, un po’ come il nostro Eddie Nketiah, perchè è importante capire il contesto: il nostro attaccante infatti non ha una qualità, fisica o tecnica, che lo renda differente da tanti altri attaccanti, se non l’intuito dei più grandi.
Senza fare paragoni fuori luogo, Eddie Nketiah ricalca alla perfezione la descrizione che Emiliano Mondonico aveva fatto dello stesso Filippo Inzaghi: “non è Inzaghi ad essere innamorato del gol, è il gol ad essere innamorato di Inzaghi”.
Eddie Nketiah sa fare gol, in qualsiasi situazione.
Ad oggi l’inglese segna in media un gol ogni 180′ passati in campo, calcolando ovviamente solo le partite della prima squadra, e ha totalizzato 15 gol in 67 partite, delle quali solo 28 da titolare. Numeri che non dovrebbero lasciarci indifferenti, soprattutto quando consideriamo che Alexandre Lacazette sarà svincolato a fine stagione e che Pierre-Emerick Aubameyang ha già compiuto 32 anni. Il nostro reparto d’attacco è prossimo ad una sorta di rivoluzione e penso che Eddie Nketiah meriti di farne parte, in positivo.
Nella stessa intervista dalla quale ho estratto la prima citazione, estremamente matura per un diciottenne, Eddie Nketiah aveva anche detto un’altra cosa importante:
“I’m just waiting for the big chance to show I’m good enough to be a regular in the first team and when I get that chance I believe I’m going to take it”
Eddie Nketiah quell’occasione non l’ha ancora avuta e, con ogni probabilità, non l’avrà mai, il che è un vero peccato. Oltre al suo innato fiuto per il gol, infatti, l’attaccante possiede due qualità importanti nel gioco che Mikel Arteta sta cercando di sviluppare, ovvero l’abilità di pressare la difesa avversaria e la cattiveria agonistica giusta per tenere sempre in allerta i difensori avversari.
Il gioco spalle alla porta non è il suo forte ma non lo è nemmeno per Pierre-Emerick Aubameyang, che pure ultimamente sta svolgendo alla grande il suo ruolo di centravanti solitario e sembra aver imparato qualche trucchetto per rendersi utile anche in fase di non possesso palla. A quasi 23 anni, Eddie Nketiah ha ancora il tempo per migliorare e diventare un centravanti completo, missione nella quale sarà aiutato da un carattere ambizioso e determinato.
Come sottolineato da Mikel Arteta subito dopo la partita contro il Leeds, Eddie Nketiah possiede quella “fame” che spesso fa la differenza tra un talento incompiuto e un grande giocatore, quindi non c’è ragione di credere che non possa raccogliere questa sfida e vincerla.
Ci sarà tempo per decretare finito “l’esperimento Nketiah” ma oggi è ancora troppo presto: è proprio alla sua età che Pierre-Emerick Aubameyang e Andy Cole sono esplosi, mentre Filippo Inzaghi faticava a trovare posto nel Parma e Patrick Bamford giocava a sprazzi con Norwich e Crystal Palace, in prestito dal Chelsea.
La prossima stagione potrebbe essere quella della “grande opportunità” che Eddie Nketiah sta aspettando e che è sicuro di poter cogliere, sarebbe saggio concedergliela.