Vado a memoria ma non ricordo un giocatore dell’Arsenal che abbia fatto parlare tanto di sé senza mai mettere piede in campo.
William Saliba è unico nel suo genere, in questo senso.
Senza scomodare il leggendario Carlos Henrique Kaiser Raposo, il giovanissimo centrale francese è il primo ad essere così chiacchierato senza mai aver vestito ufficialmente la nostra maglia, eppure di giovani promesse che avrebbero dovuto cambiare radicalmente il volto della squadra ne abbiamo viste passare: Carlos Vela, Jay-Emmanuel Thomas, Arturo Lupoli, Jon Toral, Thomas Eidfeld, Fran Merida e Chuba Akpom (in ordine sparso) venivano regolarmente invocati come coloro i quali avrebbero portato la luce, i salvatori della patria sui quali costruire la squadra.
A differenza di quelli citati, almeno William Saliba è un talento vero, già in grado di affrontare il professionisimo ad alti livelli e garantire un rendimento costante e accettabile; William Saliba, però, è anche un ragazzo di 19 anni che è stato pagato forse molto più di quanto valesse e pubblicizzato molto di più di quanto avrebbe dovuto. Risultato: a 18 anni appena compiuti il nostro Wilo era già considerato un titolare inamovibile dell’Arsenal.
Non ho dubbi che il buon William Saliba fosse migliore di Shkodran Mustafi o Sokratis, tuttavia siamo sicuri che mandarlo allo sbaraglio in uno degli Arsenal più disorganizzati e brutti dell’ultimo decennio sarebbe stata la scelta giusta?
La sua storia mi ricorda quella di altri due difensori i quali, giovanissimi, erano stati etichettati come fenomeni: Philippe Senderos e Johan Djourou.
Entrambi svizzeri, entrambi promossi rapidamente in prima squadra ed entrambi molto promettenti durante le prime apparizioni ufficiali, i due hanno pian piano perso tutto il credito accumulato durante gli esordi e sono finiti investiti dalle critiche di tifosi e osservatori.
Una volta svanita la magia della novità e una volta passati da giovani promesse a titolari dell’Arsenal, il metro di giudizio applicato alle loro prestazioni ha subíto un cambiamento repentino, tanto da farli passare abbastanza rapidamente da fenomeni a scarponi.
Ci sono stati momenti molto positivi per entrambi, con il primo che ha indossato la celebre maglia numero sei ed è stato una colonna della difesa durante la stagione 2004/05 – quella della vittoria in FA Cup contro il Manchester United – ed il secondo che è riuscito a ritargliarsi un posto da titolare fisso nella stagione 2010/11, ma il giudizio globale sulle loro carriere nel nord di Londra non è mai stato interamente positivo.
Non c’è dubbio che fossero entrambi due ottimi difensori e che, in un contesto diverso, avrebbero potuto avere una parabola ben diversa: Philippe Senderos è arrivato quando il blocco degli Invincibles stava per disfarsi, dato che da lì ad un paio di stagioni rimarrà il solo Kolo Touré, mentre Johan Djourou è stato buttato nella mischia quando l’Arsenal non poteva più permettersi grossi investimenti sul mercato e doveva lottare contro avversari meglio equipaggiati e più spietati.
Cosa sarebbe successo se Unai Emery avesse lanciato William Saliba fin dal primo giorno, impedendo che venisse prestato al Saint-Étienne subito dopo l’ingaggio? Quale tipo di prestazioni avrebbe potuto sfornare il francese, in una difesa che concedeva decine di conclusioni in porta ad ogni avversario (ricordate i 31 tiri del Watford?) e che giocava in maniera così disorganizzata?
Come sarebbe andata per il giovane francese se Mikel Arteta ne avesse fatto un titolare, mentre la squadra passava dal 3-4-3 al 4-3-3 e viveva uno dei propri periodi peggiori, in termini di gioco e risultati?
Probabilmente sarebbe finita come per Philippe Senderos e Johan Djourou: William Saliba avrebbe rischiato la carriera dopo essere stato risucchiato nel vortice di critiche piovute su entrambi gli allenatori e quasi tutti i giocatori che hanno vestito la nostra maglia negli ultimi tre anni.
Invece, nonostante l’indignazione di massa, il ragazzino William Saliba sta progredendo in maniera incredibile prima a Nizza e poi a Marsiglia, si sta costruendo in un ambiente competitivo ma comunque ancora familiare e si sta preparando a giocarsi una maglia in una squadra che, finalmente, sembra aver trovato l’assetto giusto in ogni zona del campo, difesa compresa.
William Saliba non avrebbe potuto salvare nessuno e probabilmente avrebbe finito col condannare sé stesso al di là dei propri demeriti, finendo sulla lista degli errori di mercato dell’Arsenal.
In questo modo, invece, potrebbe diventare quel giocatore che tutti hanno considerato fosse già, ad appena 18 anni.