La messe est dite, Alexandre. Il futuro di Lacazette sembra ormai deciso.
Niente rinnovo annuale, niente premio di consolazione per l’ottimo scorcio di stagione. Grazie e tanti saluti, Alex.
Possiamo dare torto a Edu e al Club? Non credo. L’attaccante francese sta giocando bene ma è in calo, compirà 31 anni a fine stagione e, al netto del suo apporto alla manovra e alla fase difensiva, finora è fermo ad un solo gol, contro il Crystal Palace, e zero assist in Premier League. Non sono esattamente numeri da capogiro.
Nel suo ruolo di nove e mezzo, l’ex attaccante dell’Olympique Lyon ha trovato la propria dimensione e permesso alla squadra di avere un punto di riferimento tra le linee senza lasciare Pierre-Emerick Aubameyang troppo isolato in avanti, cosa che succedeva spesso quando Martin Ødegaard era in campo. Urge quindi trovare una soluzione per ovviare alla partenza del francese, che si consumerà a fine stagione, in modo da garantire un ulteriore salto di qualità alla squadra.
La prima questione che si pone per Mikel Arteta è tattica: vogliamo una seconda punta o un trequartista?
Nessuna soluzione sarà quella giusta se non avremo prima risposto con chiarezza a questa domanda, perchè senza un vero piano tattico non c’è nessuna possibilità di agire con efficacia sul mercato. L’inserimento di Alexandre Lacazette nell’XI titolare è stato più un frutto del caso che una vera riflessione tattica, tuttavia si è dimostrata una mossa azzeccata e quindi è doveroso porsi il quesito: continuare su questa strada o tornare all’idea originale?
L’acquisto, oneroso, di Martin Ødegaard e la decisione di non rinnovare il contratto di Alexandre Lacazette mi fanno credere che il manager spagnolo voglia tornare al 4-2-3-1 più puro, con un trequartista a supporto dell’attaccante centrale, e in questo caso non servirebbe il sostituto di Alexandre Lacazette ma bensì quello di Pierre-Emerick Aubameyang, che non può giocare spalle alla porta e non è in grado di garantire un possesso palla efficace e affidabile.
L’ascesa di Alexandre Lacazette ci ha fatto dimenticare quanto possa essere prezioso Martin Ødegaard, finito in panchina dopo un paio di prestazioni anonime e vittima del successo del compagno di squadra; il norvegese è instancabile nel pressing, bravo nell’unire centrocampo e attacco e vede la porta, quindi potrebbe essere l’erede naturale di Alexandre Lacazette, a patto però di crescere in termini di personalità e agonismo. Il grande merito del francese, infatti, è quello di lottare caparbiamente su palloni che sembrano persi, guadagnare calci di punizione preziosi e fare il gioco sporco che condiziona sia gli avversari che l’arbitro.
Alexandre Lacazette è un pirata, un vecchio lupo di mare, mentre Martin Ødegaard è il Piccolo Principe. Molto del futuro del norvegese dipenderà dalla sua capacità di mostrare un viso più brutto di quello attuale, cosa che imparerà con gli anni. Non dimentichiamo infatti che deve ancora compiere 23 anni, quindi è ancora molto giovane nonostante l’esperienza accumulata dai suoi esordi.
Se invece l’idea è quella di continuare con il 4-4-2, allora la mossa giusta è trovare un attaccante che possa fare quello che fa Alexandre Lacazette ma meglio e con maggiore intensità.
Oltre alla scarsa vena realizzativa, infatti, Alexandre Lacazette presenta una seconda lacuna: la resistenza.
Il francese ha completato 90 minuti solo due volte nelle ultime venti partite di Premier League, venendo spesso sostituito intorno all’ora di gioco perchè stremato, come generalmente appaiono i giocatori durante gli ultimi minuti di un secondo tempo supplementare. In sostanza, quando Alexandre Lacazette parte titolare significa che Mikel Arteta ha già perso una sostituzione, un lusso che non possiamo certo permetterci in un ambiente così competitivo e complesso come la Premier League.
Fortuna che gli attaccanti di ultima generazione, quelli che si stanno costruendo un nome, spesso sviluppano grandi doti atletiche oltre a quelle tecniche e sono preparati fin dai giovanissimi a sacrificarsi in fase di non possesso palla, pressare l’avversario e aiutare la squadra, a differenza degli attaccanti delle generazioni precendenti. Dalla classica coppia alto/basso, forte di testa/bravo coi piedi, lottatore/estroso siamo finiti ad avere attaccanti che corrono più di un mediano e hanno il bagaglio tecnico di un fanstasista, quindi non dovrebbe essere troppo difficile trovare un erede ad Alexandre Lacazette.
Resta il problema della spesa, che ovviamente non sarà delle più esigue, ma non dovrebbe essere una sorpresa e soprattutto ora si tratta di aggiungere i tasselli che fanno la differenza, non di ricostruire tutto. Posate le fondamenta con gli acquisti di Aaron Ramsdale, Ben White, Takehiro Tomiyasu, Martin Ødegaard e Thomas Partey, ora di tratta di effettuare pochi acquisti ma mirati, quindi la spesa complessiva non dovrebbe essere eclatante.
Grazie Alexandre, inizia un nuovo capitolo.