Ogni rivoluzione ha un prezzo e quella di Mikel Arteta sembra carissima.
Resta da capire se il manager sta facendo gli investimenti giusti.
L’anno scorso, numeri alla mano, i punti fermi della squadra di Mikel Arteta erano evidenti: Bernd Leno (35 partite da titolare in Premier League), Rob Holding (28), Héctor Bellerín (24) e Alexandre Lacazette (22).
Oggi questi stessi giocatori, assieme ad altri che rientravano pienamente nei piani del manager spagnolo, sono virtualmente scomparsi: Héctor Bellerín è stato ceduto al Betis Siviglia, Rob Holding è fermo a 180′ in campionato, Bernd Leno a 270′ e Alexandre Lacazette a 440′ – per non parlare di Pablo Marí (180′), Calum Chambers (170′) o Cédric Soares (189′).
Un’intera unità difensiva, che sempre numeri alla mano non sembrava poi così terribile visto che abbiamo chiuso la stagione con la terza miglior difesa del campionato, davanti a Club come Liverpool, Leicester, West Ham, Manchester United e Sp*rs, è stata completamente rivoluzionata grazie ad investimenti pesanti, compiuti per arrivare a giocatori come Ben White, Aaron Ramsdale e Takehiro Tomiyasu.
Così, un un colpo solo, abbiamo speso quasi 100 milioni per rinforzare la difesa e messo in naftalina giocatori che, con una gestione magari più oculata, avrebbero per lo meno potuto portare in cassa qualche obolo utile per rinforzare altri reparti.
Col senno di poi (facile, lo so…) fatico a capire perché un giocatore come Pablo Marí non sia stato messo sul mercato e come lui Cédric Soares, dal momento che entrambi non sono home-grown e, data l’assenza di impegni europei, avrebbero avuto pochissime opportunità di scendere in campo.
Se da una parte ha senso aver confermato Rob Holding e Calum Chambers come riserve, dato appunto il loro status di home-grown, lo spagnolo e il portoghese finiranno col perdere valore e appeal e, con ogni probabilità, dovranno essere svincolati o aiutati ad andarsene attraverso una partecipazione ai costi d’ingaggio.
Come già successo con Mesut Özil, Shkodran Mustafi, Willian, Sokratis e Henrikh Mkhitaryan, il Club si troverà a dover spendere soldi per liberarsi di giocatori non più idonei al progetto, una tendenza che a quanto pare resta difficile da invertire.
Peccato, perché Pablo Marí si era dimostrato un elemento valido, seppure lontano da qualsiasi eccellenza, e avrebbe potuto far comodo a qualche Club di medio-bassa classifica in Premier League, mentre Cédric Soares – assistito da Kia Joorabchian – non avrebbe faticato più di tanto a trovare una sistemazione.
Oltre a Pablo Marí e Cédrid Soares, i prossimi sulla lista a salutare senza nemmeno lasciare la mancia saranno Eddie Nketiah, Sead Kolasinac, Alexandre Lacazette, Mohamed Elneny e Calum Chambers, seguiti a ruota da Bernd Leno, Ainsley Maitland-Niles e Pierre-Emerick Aubameyang.
Sono ormai cinque anni che l’Arsenal ha iniziato a mettere in piedi un esercito composto da fantasmi, mettendo ai margini giocatori che, se non sul campo, avrebbero potuto portare un contributo alle casse del Club.
I conti di questa rivoluzione sono, per ora, tremendamente in passivo.