Pierre-Emerick Aubameyang di nuovo nei guai con Mikel Arteta.
Non fosse per la fascia di capitano e lo stipendio faraonico, il gabonese sarebbe anche un tipo simpatico.
Sorriso contagioso, gestione dei social infantile, una leggerezza che è merce sempre più rara nel mondo iper-professionistico del calcio moderno e questa sit-com eterna con il Mikel Arteta: con Pierre-Emerick Aubameyang si ride sempre.
Ultimamente si ride amaramente, purtroppo.
Pochi gol e ancor meno prestazioni di rilievo, un ruolo – quello di capitano – interpretato all’acqua di rose e soprattutto una sfilza di decisioni che sembrano prese da un adolescente, non da un trentenne. Io credo alla buonafede di Pierre-Emerick Aubameyang; credo che si sia davvero fatto fregare dal traffico prima del derby casalingo della stagione scorsa; credo davvero che sia andato a prendere la sua cara mamma in Francia senza nemmeno farsi due domande a proposito dell’attraversamento della frontier e del protocollo Covid-19 in Francia e nel Regno Unito; credo davvero che in cuor suo fosse sicuro di non far nulla di male perché Pierre-Emerick Aubameyang è cosí come lo vediamo.
Il problema è che a uno così non dovresti affidare nemmeno un pesce rosso, figuriamoci la fascia di capitano dell’Arsenal.
Non è (solo) colpa sua, è colpa del Club e del manager. Non si può chiedere a Pierre-Emerick Aubameyang di essere un modello di comportamento, una fonte d’ispirazione per i giocatori più giovani e di rappresentare i valori dell’Arsenal. Senza scadere in un’ironia fin troppo facile, in quale mondo i valori storici dell’Arsenal sono compatibili con una Lamborghini iridescente?
Eppure Pierre-Emerick Aubameyang non è l’unico ad aver deluso in quanto rappresentante del Club: Granit Xhaka ha lanciato a terra maglia e fascia, Robin van Persie ha abbandonato la nave per vincere la Premier con il Manchester United, William Gallas ha fatto il broncio davanti a milioni di spettatori e Cesc Fàbregas non ha restistito al richiamo delle sirene catalane (buttando via i suoi anni migliori).
Siamo alla seconda esclusione per motivi disciplinari in due anni, cosa chè valsa l’esilio a Mattéo Guendouzi, ad esempio, quindi Mikel Arteta dovrebbe avere il coraggio di togliere la fascia di capitano al gabonese e affidarla ad un giocatore che possa rappresentarci meglio oppure, come minimo, evitarci figuracce.
Non sono molti i candidati per restituire lustro al ruolo, anzi probabilmente ne è rimasto solo uno – Kieran Tierney. Granit Xhaka non è più un candidato spendibile, per usare un gergo politico, Alexandre Lacazette è in scadenza e altri sono troppo giovani oppure sono arrivati all’Arsenal troppo di recente, quindi lo scozzese sembra la scelta più naturale.
Quel che è certo, è che Pierre-Emerick non è mai stato davvero il capitano di questa squadra.
Tanto vale ufficializzare la decisione.