Due Facce

La quindicesima FA Cup può aspettare.
Un’eliminazione deludente ma meritata e, col senno di poi, prevedibile.

È bastato che Granit Xhaka, notoriamente no-vax, risultasse positivo al Covid-19 per mettere a nudo tutte le carenze di questa rosa e di questo gruppo di giocatori, numericamente e qualitativamente inadeguati ad una sfida da dentro o fuori a casa di una compagine di Championship.
L’assenza dello svizzero, combinata a quelle di Thomas Partey e Mohamed Elneny e alla cessione di Ainsley Maitland-Niles, ha esposto tutti i limiti di Albert Sambi Lokonga, ancora troppo acerbo per giocare da vertice basso in un centrocampo a tre, e messo in luce l’inesperienza dei giocatori mandati in campo da Mikel Arteta.

La sconfitta del City Ground dovrà servire da lezione per gestire meglio partite simili, come ad esempio le trasferte a casa di Watford e Newcastle, dove l’approccio alla gara sarà fondamentale: senza la giusta determinazione, infatti, il maggiore tasso tecnico e tattico non può emergere e le partite diventano molto più equilibrate e incerte. La differenza tra una buona squadra di Championship ed una mediocre di Premier League è minima, in termini fisici e tecnici, quindi se non si è pronti a livello mentale si rischia di non saper far prevalere la propria superiorità.

L’aspetto che mi turba maggiormente è l’evidente divario che si sta creando tra i titolari e le riserve, ormai due gruppi separati e due squadre a sé stanti: Bernd Leno e Aaron Ramsdale non sono lo stesso tipo di portiere; Alexandre Lacazette e Eddie Nketiah non sono lo stesso tipo di centravanti; Rob Holding e Gabriel non sono lo stesso tipo di centrale e così via, tanto da alterare completamente il modo di giocare della squadra quando si rendono necessari alcuni cambi.
Impossibile quindi inseguire più traguardi quando si può contare su un gruppo di appena 15/16 giocatori, perché non è possibile alternare le forze senza perdere efficacia e fluidità, né tantomeno provare nuove idee tattiche; senza adeguati rinforzi durante la finestra di mercato invernale, questa squadra sembra destinata ad arrivare a fine stagione col fiatone oppure, nella peggiore delle ipotesi, a vedere la propria rincorsa all’Europa stoppata brutalmente da un infortunio di troppo o un’assenza intempestiva.

Il may day lanciato da Mikel Arteta al 91esimo minuto, quando ha mandato in campo Sead Kolašinac per un ultimo, disperato assalto alla porta del Nottingham Forest, dev’essere raccolto da Edu e dalla dirigenza, oppure la cocente eliminazione al terzo turno di FA Cup sarà doppiamente imperdonabile: da una parte l’impossibilità di rincorrere un trofeo che pareva essere alla portata della squadra, dall’altra la richiesta d’aiuto finita nel vuoto.

Abbiamo perso la FA Cup, speriamo che sia almeno servito per lanciare una vera offensiva al quarto posto, quest’anno più che mai senza un padrone vero.


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