Il mercato dell’Arsenal chiude senza sussulti. Difficile non essere perplessi.
Il tempo ci dirà se la strategia scelta da Edu e Mikel Arteta sarà quella giusta.
L’evidente impossibilità di arrivare agli obiettivi prescelti ha di fatto bloccato il nostro mercato in entrata e così tutto è rimandato all’estate prossima.
Niente Dominic Calvert-Lewin, niente Jonathan David, niente Patrik Schick e niente Alexander Isak: il centravanti del futuro si vedrà in estate, quando tutto il reparto subirà una vera e propria trasformazione.
La seconda parte della stagione ce la giocheremo con Alexandre Lacazette e Eddie Nketiah, anch’egli “vittima” di un mercato bloccato da altri colleghi e rivali, e su di loro riposeranno tutte le nostre speranze di ritrovare il palcoscenico europeo – che si tratti di Europa League o Champions League.
Stesso discorso per il centrocampo, che rimane intatto dopo aver attraversato un periodo molto complicato: alla ripresa Mikel Arteta potrà di nuovo contare su Mohamed Elneny, impegnato nelle semifinali di Coppa d’Africa, che verrà a completare il reparto assieme a Albert Sambi Lokonga, Granit Xhaka e Thomas Partey.
Le piste che portavano a Arthur Melo e Youri Tielemans si sono raffreddate prestissimo, ancor prima del famigerato Deadline Day.
Il Club ha continuato la propria opera di rinnovamento, quindi, e ha resistito alla tentazione di comprare per comprare, il che può essere interpretato come un segno incoraggiante. Niente più Denis Suárez, Kim Källstrom, Cédric o Pablo Marí acquistati in fretta e furia, ora si predilige la programmazione.
Dopo Calum Chambers, Pablo Marí e Sead Kolasinac è partito anche Pierre-Emerick Aubameyang, l’ultimo dei reietti.
Numericamente siamo più corti, al netto dei minuti giocati però non cambia praticamente nulla.
Mikel Arteta si trova così a lavorare con una rosa ristretta, composta da 19 giocatori di movimento e 3 portieri, ai quali possono aggiungersi alcuni giovani promettenti della nostra Academy.
È un bel rischio, perché basta un infortunio a rendere delicate le scelte del manager, ma non ci sono più alternative.
La qualificazione europea non è compromessa, anzi: siamo lì, questi giocatori ci hanno portati dall’ultimo al sesto posto in classifica e dobbiamo dare fiducia a chi si è rimoboccato le maniche e ci ha tolti dal pantano.
La difesa è solida, l’identità di squadra c’è e lo spogliatoio sembra unito. Sarà difficile ma non impossibile.
Il Club ha fatto una scelta precisa, ha preso un rischio con piena consapevolezza.
Vedremo chi avrà avuto ragione.