Che vittoria, signore e signori!
Ai fini della classifica, del morale e dell’autostima, una vittoria come quella del Molineux ci farà benissimo.
Non abbiamo dominato, non abbiamo costruito grandi occasioni da gol, non abbiamo messo sotto l’avversario eppure abbiamo meritato di vincere, anche se in maniera diversa, se compariamo il primo e il secondo tempo.
Durante la prima frazione abbiamo giocato bene, pur con qualche difficoltà in fase di palleggio, e con il passare dei minuti abbiamo trovato il modo di sorprendere gli avversari passando da un versante all’altro e isolando i nostri esterni d’attacco contro i loro tornanti. Nella ripresa, quando siamo andati in inferiorità numerica, siamo stati eccezionali nel costringere il Wolverhampton a buttare cross in area a soprattutto a respingere tutto, mantenendo grande calma e lucidità.
Se “ieri” è toccato a noi buttare palloni in area e sperare in qualcosa di buono (vedi la partita contro il Burnley), oggi è toccato ai nostri avversari ricorrere alla più disperata delle strategie. Aaron Ramsdale, Ben White, Gabriel e Rob Holding sono stati stoici nel difendere la nostra porta, colossali sui palloni alti e freddi abbastanza da non concedere spazi all’interno dei nostri 16 metri.
Non abbiamo scelto di rintuzzare fino a dentro la nostra area di rigore, siamo stati obbligati a farlo in seguito all’espulsione di Gabriel Martinelli, che si può definire come minimo “originale”: a termini di regolamento ci può anche stare ma non ricordo una decisione simile da parte di un arbitro su un campo di Premier League, Championship, Serie A, Champions League o Europa League.
Il contesto è fondamentale in questo caso, perchè se i due falli commessi da Gabriel Martinelli avrebbero meritato un cartellino giallo, un’ammonizione è per sua stessa definizione un avvertimento e non è corretto espellere un giocatore per doppia ammonizione se questi non è consapevole dell’avvertimento ricevuto. Per fare un parallelo, è come ricevere un’ingiunzione di pagamento e avere gli esattori che suonano alla porta per portarsi via la macchina, la casa, il cane e il pesce rosso, nello stesso esatto momento.
Sono troppi anni che guardo partite di calcio, dell’Arsenal e non, eppure non ricordo un episodio simile, come non ricordo l’applicazione così rigorosa del regolamento quando Granit Xhaka è stato espulso, contro lo Swansea, per un fallo antisportivo. Se la reazione dell’Emirates Stadium è ovvia, quella del commentatore molto meno, indice di una decisione quantomeno sorprendente.
Siamo arrivati a quota 15 espulsioni da quando Mikel Arteta è arrivato sulla nostra panchina, un record negativo che non è giustificato dalla natura della squadra; siamo una squadra ingenua, giovane e poco smaliziata ma non siamo una squadra cattiva. Siamo una squadra di polli (Granit, mi senti?) ma non siamo una squadra cattiva, eppure veniamo sistematicamente puniti da arbitri davvero zelanti.
Vogliamo applicare il regolamento? Benissimo, allora applichiamolo in maniera uniforme, oppure qualcuno potrebbe sentirsi preso di mira.
Espulsione o meno, contro il Wolverhampton avremmo dovuto mettere al sicuro il risultato molto prima ma la cronica avversione di Alexandre Lacazette al gol continua a farci vivere pericolosamente: nel primo tempo il francese non ha saltato abbastanza per incornare un ottimo cross di Cédric, poi ha sparato addosso a José Sa da centro area dopo una grande azione di Bukayo Saka, mentre nella ripresa si è divorato un’occasione clamorosa, che ci avrebbe permesso di vivere più serenamente gli ultimi minuti di partita. Un giorno o l’altro pagheremo carissimo uno dei suoi errori, almeno però sappiamo che questa squadra, con un attaccante del livello che merita, è pronta a lottare apertamente per un posto tra le prime quattro.
Godiamoci questa vittoria e lo spirito combattivo di questa assurda, unica squadra.